martedì 28 dicembre 2010

Anche questo Natale è andato


Per fortuna è passato!!!
Lo aspettavo con ansia, ma nel bel mezzo della festa, non vedevo l'ora che finisse.
Parlo della vigilia, della famosa cena che si organizza aspettando la mezzanotte.
Ed io a mezzanotte ci sono arrivata con un braccio dolorante e con il fumo che mi usciva dalle orecchie. A fine cena sono esplosa e ho comunicato agli invitati, che sarebbe stata l'ultima festa fatta a casa mia, perchè con due nane capricciose e rompiballe, io mi sono divertita ben poco e stressata fin troppo. E meno male che per cucinare mi è venuta in aiuto A. cugina di Paponzo, se no avrebbero mangiato solo molluschi crudi, friselline e mozzarelle.
E poi mi viene un nervoso vedere certa gente (leggesi cognata, sorella di Paponzo), dopo cena, stravaccata sul divano a guardare mia mamma (poverina) che lavava le pentole, mia cugina e mia cognata (moglie di mio fratello) a sistemare la cucina.
Echecazzo, alzalo quel culone, datti una mossa!!!
Io purtroppo ero un pò isterica, perchè la Polpona non mi dava tregua, è stata sempre e solo in braccio a me, piagnucolava per via del sonno, ma non voleva andare a dormire. A parte questo, sono andata a letto alle 3, dopo aver tirato a lucido la casa, perchè il pensiero di farlo al mattino successivo, non mi avrebbe fatto dormire.
Ad ogni modo, è stato bello stare insieme, è stato bello soprattutto vedere le mie Polpette scartare i regali. Per non parlare di quando hanno iniziato a strappare la carta di un enorme pacco e hanno intravisto lo scatolo di Cicciobello bua. Quasi mancava il respiro ad entrambe.
L'avevo detto: io non gliel' avrei mai comprato, ma la nonna Emme non ha resistito e ha buttato via 100 eurini tondi tondi.

Vorrei dire grazie a tutti i parenti che hanno pensato alle mie Polpette, i regali sono stati davvero tanti, forse troppi, moltiplicati per due, ma alcuni problemi sorgono:
1) qualcuno mi può spiegare che cacchio ci fanno due Polpette duenni con due ferri da stiro?
2) e con due trousse? (per fortuna sono trucchi lavabili)
3) e con un set pulizie che ho già eliminato?
4)e con 3000 e dico 3000 o forse più piattini/tazzine/coltellini/forchettine/bicchierini/zuccheriere/cucchiaini/caffettiere e chi più ne ha più ne metta?

Potrei anche stendere un velo pietoso su Cicciobello, che io odio, ma che loro amano, chiudo un occhio sulle trousse, e lo chiudo pure sul ferro da stiro, ma sui sets cucina/batteria di pentole no, non ce la posso fare.

Ho gradito invece ed anche loro, il tubo gigante di plastilina con tante formine, la pianola col microfono che è motivo di litigio ( e perciò mi tocca comprarne un altro) due tute sportive e soprattutto i tanti bei soldini.
Ad ogni modo è andata, evviva Dio!!!

mercoledì 22 dicembre 2010

Aggiornamenti e Auguri

Oggi mi son detta: se non lo scrivo oggi, non lo scrivo più.
Perchè ci sono ricascata.
Perchè la pigrizia ha ripreso il sopravvento.
Perchè, anche se sono online, mi scoccia scrivere.
Eppure ne succedono di cose.
Allora vediamo un pò, aggiorniamo questo blog e non se parli più.

Dunque:
-ho avuto un week end fantastico. E' venuta a farci visita mia cugina, la mitica zia Ele. E' arrivata sabato a pranzo ed è ripartita la domenica sera. Le Polpette l'hanno adorata, amata e quasi santificata. Peccato che proprio sabato notte, hanno deciso di fare più di un risveglio e così hanno reso poco piacevole la notte della suddetta zia.

-domani e l'ultimo giorno di frequenza al nido prima delle vacanze. Non so come mi organizzerò, visto che sono strapiena di lavoro, ma un pò i nonni, un pò le zie, un pò Paponzo ce la caveremo e poi le Polpette sono sempre più strabone, straintelligenti, strafighe.

-il mio albero di Natale è strapieno di regali. Mai come quest anno! Ci saranno almeno una trentina di pacchetti che aspettano di essere consegnati al destinatario. Sbirciando di quà e di là, probabilmente (leggesi sicuramente) ce n'è uno anche per me.

-abbiamo deciso dove e con chi trascorrere le festività: alla vigilia di Natale siamo tutti a casa mia, i miei genitori, i suoceri, mia cognata, mio fratello, una cugina di Paponzo, in pratica una quindicina di persone (da precisare che ha organizzato paponzo, fosse stato per me, mi sarei risparmiata questa sfacchinata). Il pranzo di Natale lo condivideremo con la mia famiglia a casa di mia madre. Per Capodanno invece, ci trasferiamo da mia cognata per la vigilia e dalla suocera per il pranzo.

-l'altro ieri è nato il figlio di mio cugino, figlio nato da un utero in affitto. In verità, questo punto meriterebbe un post a parte, perchè l'argomento è molto delicato ed io sono stata due giorni a pensare come si può, come si fa, cosa si prova, ma è così, il bimbo è nato, è carinisimo, i genitori sono felici e contenti e la mamma naturale.....ora vive con loro perchè allatta il piccolo, poi non so che fine farà; credo che se tornerà nel suo paese di origine.

Per ora non mi viene in mente più nulla, dubito di aver la voglia/il tempo/la forza di scrivere un altro post prima di Natale. Per cui

AUGURI A TUTTI/E VOI UN FELICE NATALE, NELLA SPERANZA CHE LA NASCITA DEL BAMBIN GESU' PORTI NELLE NOSTRE FAMIGLIE, AMORE, GIOIA, SERENITA', SALUTE e perchè no ANCHE UN PO' DI SOLDINI.
AUGURISSIMIIIII!!!!

mercoledì 15 dicembre 2010

Tale madre, tale figlia.

Ho sempre detto di non voler essere come mia madre.
Non che sia stata una cattiva mamma, anzi, però non vorrei fare la vita che ha fatto lei. E poi ne sono convinta, io non sono così. Io sono più testarda, più ambiziosa, più intraprendente, più paziente (mento spudoratamente), più complice con le mie figlie (staremo a vedere tra una decina di anni!)
Eppure in molte cose siamo simili. Siamo curiose, troppo curiose. Non resistiamo alla voglia di sapere cosa nasconde quel pacchetto sotto l'albero. Si, lo ammetto, ho sbirciato, non resistevo e mentre cercavo di staccare le graffette, mia mamma mi diceva: "allora cos'è? dimmi cosa c'è dentro?". Mi sento un pò in colpa, ma ora so che regalo mi attende. Ovviamente l'ho richiuso e rimesso sotto l'albero senza far trapelare niente. Io non solo non resisto alla curiosità di scartare un regalo per me, muoio anche dalla voglia di far aprire i regali che ho fatto io. Persino con Paponzo. Quest anno volevo fargli una sorpresa, secondo voi ci sono riuscita? E no!!!!
Ho pensato di comprargli un paio di occhiali da sole che a lui piacciono moltissimo. L'altra sera mi dirigo col passeggino gemellare verso il negozio. Entro, chiedo, guardo, provo, penso. Sono indecisa, il modello classico a goccia, lo vedo piccolo, poi la commessa mi mostra l'ultimo modello, bellissimo, figo, ma con il doppio ponte che non so se può piacergli.
Mi squilla il cellulare:
"hei dimmi amò"
"dove siete?"
"mmmm niente in giro, tu?"
"sono appena tornato e ho visto che non eravate in casa, ok a dopo"
"NO....amò aspetta, senti vieni siamo dall'ottico, quello vicino al panificio di mia zia"
"ok vi raggiungo"
Chiudo il telefono, guardo la commessa e con sguardo rassegnato dico: "secondo lei sono da ricovero?"
Ora io mi chiedo :"come cavolo è che non sono riuscita a sorprenderlo????"
Ecco, appunto sono uguale a mia mamma che mi ha già dato due regali per Natale, regali che lei mi ha consegnato e aperto al posto mio.
Allora siamo da ricovero entrambe!!!!!!!!!

sabato 11 dicembre 2010

A Natale puoi



A Natale puoi
fare quello che non puoi fare mai:
riprendere a giocare,
riprendere a sognare,
riprendere quel tempo
che rincorrevi tanto.

È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.

A Natale puoi
dire ciò che non riesci a dire mai:
che bello è stare insieme,
che sembra di volare,
che voglia di gridare
quanto ti voglio bene.

È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.
È Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.

Luce blu,
c’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più:
è la voglia che hai d’amore,
che non c’è solo a Natale,
che ogni giorno crescerà,
se lo vuoi.

A Natale puoi.

È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e da Natale puoi fidarti di più.

A Natale puoi
puoi fidarti di più.

A Natale puoi.


Ma quanto mi piace questa canzone, adoro il testo, la melodia, mi mette serenità e mi trasmette il vero senso del Natale.
Intanto in casa nostra è tutto pronto, quest anno non c'è solo l'albero, ma anche il presepe.
Negli anni scorsi mettevo solo la casetta, ma ora, ho voluto che le mie Polpette partecipassero in tutto, per cui ho deciso di fare il presepe con loro, con tanto di muschio, montagne e carta stellata. Secondo me è carinissimo, più lo guardo e più mi piace.
E' arrivato anche il freddo, quello che necessita di sciarpa, cappello e guanti. E quanto mi piace. L'atmosfera è magica sia dentro che fuori casa. Le Polpette sono euforiche, cantano e recitano poesia di Natale. Si fanno anche i discorsi con la candela di Babbo Natale, raccomandando al nonnino di non dimenticarsi di portare Cicciobello bua, la cucina e tanti altri giochi.
Manca davvero poco....non ci resta che aspettare.

domenica 5 dicembre 2010

La poesia di Natale

Quando decisi di iscrivere le Polpette al nido, i motivi erano principalmente tre:
1) dovevo tornare al lavoro.
2) avevo bisogno di riprendere in mano la mia vita dopo 24 mesi di 'mammità' a 360 gradi.
3) volevo che le Polpette facessero vita sociale, nel senso che sapessero che al mondo non esiste solo mamma, papà, nonno, nonna e due cugini.
Per i primi due punti non ho nulla da dire, perchè il lavoro va alla grande ed io sono ritornata quella di una volta, nel senso che mi vesto bene, mi trucco, mi faccio le meches, mi sento di nuovo donna e non solo mamma.
Per il terzo punto sono rimasta a bocca aperta, perchè, ok all'asilo si canta, si gioca, si balla, si colora, ma ricevere dalle suore il loro primo lavoretto mi ha riempito di felicità. E non solo.
Perchè sentire le proprie figlie che tornano dall'asilo e iniziano a cantare a squarciagola tutti i canti che fanno lì, non ha prezzo.

Aaaaaancioletto de mio Dio, che fai tu vicino a meeeee,
so l'amico de Signore, sono l'ancilo de core, sempe sempe sto con te.

oppure sentire Tanti auguri a te cantata in inglese:

Eppi blicblei tu iu, eppi blicblei tu iuuuuuu....

e poi visto che siamo nel periodo di Natale, stanno imparando anche
Gingobè, gingobè che fecicità.

Ma la cosa che ci ha più stupiti e sentire la poesia di Natale:

Pe te mammina mia,
pe te calo papà,
al buon cesù, domando tanta fecicità,
auguli di babbo (e qui ci andrebbe auguri di buon) Nataleeeeeeeeeee.
(la Polpona)

Te mina mia
te calo papà
.....mmmm cisù
nando ...mmmmm ticità
guli bon n...tale (la Polpina).

ed anche se la poesia, oramai la conosciamo tutti a memoria, io non vedo l'ora che arrivi il giorno di Natale, per vederle in piedi sulla sedia a recitare la poesia che con tanto amore hanno imparato.

venerdì 26 novembre 2010

Mille idee per la testa

Non so che mi è preso, ma nell'ultimo periodo mi vengono in mente cose da fare, le penso tutte le mattina, ma poi il pomeriggio mi passa la voglia.
Sono strana lo so, passo da periodi di estrema pigrizia, a periodi di notevole voglia di fare, creare, costruire.
Oggi, per esempio mi è venuto in mente di fare una pizza. Che poi fare la pizza in casa, per una (io) che vive tra focacce, pane, biscotti, non è proprio il massimo. Comunque, l'impasto l' ho già preso, e quindi mi tocca farla. Il problema è pulire e lavare i funghi, che diciamo non è che mi garbi molto. Ma ciò s'adda fare.

Altra cosa che ho in mente è inventare giochi simpatici per le Polpette. Penso che loro siano nella fase mammagiochiamo/creiamo/coloriamoinsieme ed è OBBLIGATORIO dedicare un pò di ore anche a loro. Il problema è che io sono imbranata, ho fantasia pari a zero e non so che fare oltre a colorare (ovviamente con i colori a spirito argh) e disegnare. Lo scenario è sempre lo stesso: io, Paponzo (quando non ronfa sul divano) e le Polpette sul tappeto del salotto a costruire con i Lego o a pasticciare su fogli e sul vetro del tavolino (ma anche no!).
Ma ora sono stufa di fare sempre le stesse cose. E poi vorrei insegnare alle mie figlie, quanto è bello riciclare, quanto è divertente creare senza spendere soldini, quanto è curioso far sì che da un semplice scatolone, nasca, che ne so, una bella casetta.
Ed è quello che ho intenzione di fare.
Lo scatolone c'è già, ma manca tutto il resto. Nella mia mente c'è una bella casetta con tanto di porta, finestrella e campanello. Il problema è : come realizzare tutto ciò. E poi come lo rivestiamo sto scatolone? (avevo pensato a colla vinilica e carta igienica)Mica lo lascio così, marroncino, no, no, non si può. Qualcosa mi inventerò, anche perchè le Polpette già sanno cosa ho in mente, visto che già hanno messo dei cuscini nello scatolone e si sono infilate dentro.
Ecco, allora si accettano consigli...Grazie.

AGGIORNAMENTO: dopo aver scritto il post sono andata alla ricerca di idee sul blog di Yummymummy e non ho resistito, ho acquistato il suo libro, anzi ho preso due copie, in modo da regalarne una alla mia amica. QUALCUNO MI FERMIIII!!!!

domenica 21 novembre 2010

Di week end parlando

Un tempo riponevo molte aspettative nel mio week end.
Quando ero bambina, lo aspettavo con ansia, perchè il mio papà non lavorava, e spesso la domenica, si andava a pranzo dalla nonna.
Da adolescente, ricordo che il mio giorno preferito era il sabato, perchè il giorno successivo non si andava a scuola e già la mattina mi sentivo il cuore gonfio di felicità.
Ai tempi dell'università, a volte il venerdì prendevo il treno e ritornavo nel mio paese d'origine, e se io non potevo, mi raggiungevano i miei o meglio ancora Paponzo (all'epoca il mio fidanzato) per trascorrere insieme notti d'amore e non solo.
Poi mi sono sposata e il sabato sera si usciva per andare in pizzeria o in un pub o ancora a casa di amici. Spesso (molto spesso), veniva gente a casa mia e la cosa non mi dispiaceva affatto.
E oggi? Cosa succede a distanza di due anni? Ripongo sempre molte aspettative nel week end, nella speranza di riuscire a fare qualcosa di diverso e puntualmente rimango delusa.
Perchè la vita cambia e le abitudini anche.
Non si esce più, nessuno viene a trovarci, non prendiamo neanche la pizza a domicilio, perchè ci sono gli avanzi del pranzo ed è un peccato buttar via il cibo buono.
Questa cosa però mi mette tristezza, mi fa sentire una donna "morta", una che fa solo il suo dovere di mamma, moglie, lavoratrice, casalinga e nient altro. E questo mi dispiace molto, perchè io in fondo mi sento viva e mi piacerebbe tanto uscire, non dico andare a ballare, ma almeno una cena a casa di amici. Ed invece nulla. Nessuno ci invita, forse siamo ingombranti.
E la domenica? Vogliamo parlare di questa domenica? Ok parliamone.
Di solito si va a pranzo da qualcuno, se ci va male da mia suocera, se ci va malissimo da mia madre. Ma mai, dico mai, rimaniamo soli a casa nostra. E' capitato di pranzare da noi, ma sempre in compagnia di parenti o amici. Invece oggi, manco quello. E' la seconda volta in tre anni che capita. Siamo stati soli soletti, io, Paponzo e le Polpette, perchè i miei non c'erano e i miei suoceri hanno saltato il pranzo a causa del lavoro.
E che ci devo fare? Mi devo rassegnare. L'unico neo positivo è la mia bella casa splendida splendente. Ho fatto tante pulizie, e questo mi rende felice ( mi accontento di poco eh!).
Però mi chiedo: come mai queste pippe mentali me le faccio solo io? Come mai a Paponzo non manca nulla della vita passata?
La risposta la so bene e questo mi rode.
Semplicemente perchè nella sua vita non è cambiato un bel niente, ha solo qualche responsabilità in più, ma a livello pratico lui continua a coltivare i suoi hobbies, a fare più o meno la stessa vita.
Ecco perchè io ribadisco il concetto che spesso mia madre mi ricorda:
I FIGLI SONO DELLA MAMMA!!!
.......e intanto domani e lunedì......

venerdì 19 novembre 2010

Ci sono mamme e mamme

Mamma si nasce o mamma si diventa?
Non voglio parlare di questo, è un argomento lungo e complicato, dico solo che secondo me mamma si diventa.
Perchè io ho imparato e sto ancora imparando sulla pelle delle mie figlie.
Perchè io prima delle Polpette avevo cambiato pochi pannolini.
Perchè io non avrei mai saputo mettere una suppostina. Non avrei mai preparato brodini vegetali e pappine varie, non avrei saputo cosa significasse fare un bagnetto e tante e tante altre cose che io oggi so grazie a loro. E anche sbagliando, ancora oggi sto imparando cose nuove.

Ma quello che mi frulla nella testa è :
cosa ci porta ad essere un tipo di mamma piuttosto che un altro?
(mi rendo conto che è venerdì e il mio cervello è quasi fuso)
Voglio dire cosa ci rende mamme serene o meno serene, mamme nervose o meno nervose, mamme pazienti o meno pazienti?
Dipende dal nostro carattere, o i figli che ci capitano (brutta espressione lo so, ma rende meglio il concetto), ci portano a cambiare anche in questo senso?
Io penso che dipenda un pò da entrambe le cose, ma soprattutto dal figlio che ne viene fuori.
Dunque, mi spiego.
Questa mattina, la mia amica An è venuta a trovarmi in negozio e ha lasciato con me il piccolo Angelo. Al suo ritorno, abbiamo chiacchierato pochi minuti e dalla nostra conversazione sono nate le mie riflessioni.
Perchè lei è la stessa di tre mesi fa, carica, sorridente, vestita bene (a parte le sopracciglia un pò pelosette)e il volto disteso. E non è solo apparenza, perchè lei stessa me lo ha confermato, dicendomi che il piccolo si sveglia una o due volte per la poppata notturna e che lei la mattina si sveglia alle dieci.
Volevo morire, giuro. Le ho detto che la vita è ingiusta, perchè a lei è capitato un figlio pacioccone, tranquillo e dormiglione e a me una gemella che ancora a distanza di 26 mesi mi da filo da torcere.
Questo fa sì che la mia tesi sia attendibile, perchè io sono esaurita, stanca, non dormo tanto, alle 5.30 sono già in piedi per colpa delle mie figlie (la Polpona in particolare) e lei (e giuro che non è l'unica e non mente....almeno a me) è tranquilla e rilassata, allatta serenamente il suo meraviglioso cucciolo.
Mi consolo pensando che io ho due gemelle e che se avessi avuto un solo figlio, forse sarei rilassata anche io, forse avrei il viso disteso e senza occhiaie, forse sarei potuta andare dall'estetista e dalla parrucchiera ogni sabato, forse.....forse.....forse....

mercoledì 17 novembre 2010

E' tempo di......

E' tempo di novità.
E' tempo di Natale.
E' tempo di aria fresca.

Detto ciò, devo ringraziare la mia amica Azzurra che mi ha permesso di utilizzare uno dei suoi fantastici sfondi. Lei è eccezionale, bravissima, precisissima, ma soprattutto ha molta pazienza. Vi consiglio di fare un giro sul suo blog, potreste trovare gadjet interessanti e utili consigli per abbellire i vostri siti.

Il Natale è alle porte, il freddo si inizia a sentire, il blog è stato rinnovato.... mancherebbero gli addobbi in casa (che come da tradizione faremo il giorno dell'Immacolata Concezione) e i regali.
Per quest anno ho deciso (lo dico ogni anno ma mento spudoratamente) di non fare regali, ma poi penso che alla mamma un pensierino va fatto, alla suocera pure, alle cognate altrettanto, poi ci sono i nipotini, e poi c'è il cuginetto e poi c'è l'amica del cuore e il figlio dell'amica del cuore, ah e la zia D.? e certo pure lei merita, e a Paponzo? e vogliamo parlare delle mie Polpette? per loro un super regalo.
In poche parole mi ridurrò alla sera del 24 Dicembre, esaurita, alla ricerca di qualche cazzata. Ma alle Polpette no. Ci sto già pensando da diverso tempo.
Bisogna comprare qualcosa di utile. Ovvio che comprerò dei giochi, ma che siano intelligenti.
Loro mi stanno assillando con Cicciobello bua, ma sti cavoli! Costa un occhio e secondo me sono soldi spesi inutilmente. E poi se devo dirla tutta, ci ha già pensato nonna Emme, che di soldi ne ha tanti. Io sarei orientata più su giocattoli in legno, tipo cerchi da impilare, oppure un banco scuola, o una lavagna formato gigante. Intanto siamo alla ricerca del tavolino con due sedie in legno in modo da permettere alla Polpette di fare le loro cose (mangiare, colorare, usare la plastilina), per il resto chi vivrà vedrà!

lunedì 8 novembre 2010

Domande, domande e ancora domande.

Le Polpette crescono e con loro cresce la loro curiosità, la voglia di sapere e di scoprire il mondo. La Polpona è logorroica (da chi avrà preso????), non sta zitta un attimo e apprende in modo spaventoso. La Polpina la imita, parla a modo suo, si fa capire benissimo e in ogni caso rimane la leadership.

Io sono in cucina e lavo i piatti. La Polpona mi raggiunge:
Polpona (P): mamma che fai?
Io: Sto lavando i piatti.
P. : e pecchèééé?
Io: perchè sono sporchi.
P.:e pecchèèèèè?
Io: perchè abbiamo mangiato.
P.: e pecchèèèè?
Io: amore perchè avevamo fame.
P.:e pecchèèèèè?
(oddio non ce la posso fare, perchè avevamo fame? perchè? me lo chiedo pure io)
Io: perchè abbiamo fatto colazione alle 7 e poi alle 2 lo stomaco era vuoto.
P.: era vuoto?
Io: si era vuoto ed ora lo abbiamo riempito.
P.: e pecchèèèèè?
(io non reggo più)
Io: amore e perchè SI!

(silenzio)
(arriva la Polpina)

polpina (p): mamma u è papààààà?
Io: è andato al lavoro.
p.: lavolooooo???
Io: si amore a lavoro?
p.: e checchèèèè?
Io: perchè deve portare i soldini.
p: toldini?
Io: si tesoro mio, i soldini che servono per fare la spesa, comprare i pantaloni, le scarpe, i colori....
p,: i cololiiiiii?
Io: si si i colori per colorare, i quaderni e le penne.
p: e penneeeee? u è i cololiiiii?
Io: i colori sono lì, nell'astuccio.
p: atuccioooooo???? e checchèèèè?
(ecco si ricomincia).

Non credevo di ritrovarmi già alle prese con spiegazioni particolari. Le domande ricorrenti sono tre e si ripetono all'infinito:
1) Pecchè (Polpona)/ checchè (Polpina).
2) Dov'è (Polpona) / U è (Polpina).
3) Coshè quetto (Polpona) / Cozzè chetto (Polpina).

Ecco, io rispondo, mi diverto anche se poi si arriva ad un punto di non ritorno. Ma non mi aspettavo di dover spiegare all'età di due anni dove sono state per nove mesi prima della nascita e come sono nate. Questo proprio non me lo spettavo!

venerdì 5 novembre 2010

Vanità

I Krikka Reggae sono un gruppo musicale italiano, proveniente dal mio paese. I loro testi sono dialettali, e trattano sia temi di grande attualità nazionale, internazionale che temi di problematiche locali e meridionali. La spontaneità e l’attualità dei testi, l'uso del dialetto locale per promuovere e valorizzare le proprie radici, la personalità dei cantanti e la perizia dei musicisti sono le caratteristiche principali della Krikka.
Ieri è uscito il primo singolo del nuovo album "Liberati", l'ho ascoltato e me ne sono innamorata. Per chi non è del Sud, è difficile capire bene il senso del testo, dato che prevale il dialetto, ma il ritornello è chiaro: "Viviamo in una società dove regna la malvagità...e si è vuoti dentro....solo i veri valori formano i ragazzi e rendono sagge le persone......rimani vuoto dentro senza sensibilità e col passar del tempo non hai più nemmeno un'anima."

Se vi va ascoltatela, ne vale davvero la pena.


mercoledì 3 novembre 2010

Senza regole

Se c'è una cosa che mi manda in bestia è non poter organizzarmi la giornata minuto per minuto (o quasi). Io di carattere mi definisco un pò "quadrata", nel senso che mi piace schematizzare tutto, cercando di incastrare gli impegni nel miglior modo possibile. Ma non so che sta succedendo, la situazione mi sfugge di mano.
E non per colpa mia, anzi. La colpa è ovviamente delle Polpette che hanno deciso di non dormire affatto o di dormire troppo (intervallando il sonno).
So bene, per esperienza duennale, che i bimbi vanno a periodi, che non si può pretendere da loro di dormire 12 ore di fila la notte, due ore la mattina e tre il pomeriggio.
Ok, ci sto.
Dopo un anno, abbiamo eliminato completamente il riposino di metà mattina, e ho faticato non poco ad abituarmici, ma ce l'ho fatta.
Ma ora che succede? Dove sbaglio?
Non riesco più a gestirle, loro stanno prendendo il sopravvento, a volte temo di non farcela, di far crollare l'imponente figura genitoriale che fino ad ora sono riuscita a costruire. Sono furbe, troppo furbe, mi dispiace ammetterlo, ma spesso mi fregano. Poi loro sono due, si coalizzano contro di me, unica e sola madre. E sclero.
Sclero perchè non vogliono dormire il pomeriggio, facendomi saltare i programmi pomeridiani, che poi prevedono preparazione pranzo, faccende domestiche e (se mi rimane tempo) cazzeggio al pc.
Sclero perchè oggi ho perso due ore DUE per farle addormentare, senza giungere ad alcun riultato, visto che poi ci siamo ritrovate a costruire una casetta bella bella e glande glande con le cossuzioni.
Sclero perchè in preda ad una crisi di nervi, sono scoppiata a piangere davanti a loro e mi sono pure data due colpi in testa (mi vergogno ma è vero).
Sclero perchè sono crollate alle 17, tra le mie braccia, mentre vedevamo il dvd dello zecchino.
E soprattutto sclero perchè non so se risveglieranno in piena notte, o domani mattina alle cinque.
Ormai c'ho fatto l'abitudine, queste birichine si svegliano all'alba, ma perchè? Qualcuno dice che è colpa del nuovo orario, ma le mie Polpette lo facevano già da prima, anzi si sarebbero dovute svegliare alle 4 (dato che aprivano gli occhi alle 5), ma per fortuna a volte ci scappano pure le 6. E vogliamo parlare dei risvegli notturni della Polpona? E si, perchè anzichè andare avanti, abbiamo fatto un passo indietro. Abbiamo ricominciato con le poppate notturne, perchè lei si sveglia nel cuore della notte e mamma boglio i latte, e guai a lasciarla nella culla, strilla come una sirena. e guai a rimetterla dopo nella culla. Dobbiamo andare o sul divano, o sulla sedia massaggiante o qualche volta nel lettone.
Ed io mi ritrovo come uno zombie, la mattina sono uno straccio e al lavoro mi tocca pure sorridere ai clienti, perchè si sa, la cortesia al primo posto.
E che ci posso fare? Nulla, solo aspettare che passi, perchè passa vero? Ditemi che passa......vi prego, vi scongiurooooo, passa vero? passa verooooooo????????

venerdì 29 ottobre 2010

La mia casa andava in fumo


Ci mancava solo questa, ma oggi io e le Polpette abbiamo rischiato di morire affumicate. Vabbè, un pò esagero, ma se mio fratello non avesse sentito puzza di fumo in casa mia, io me ne sarei stata tranquillamente in cucina a mangiare il panino al prosciutto.
Succede che da un pò di giorni mi frulla in mente l'idea di mettere un letto o un divano letto nella camere delle Polpette. Questo per evitare i numerosi spostamenti notturni della Polpona che, finita l'estate, ha ricominciato a svegliarsi di notte, diverse volte, richiedendo la poppata notturna, (manco avesse 3 mesi) e rifiutando categoricamente la sua culla. Dunque, in camera loro c'era gia un letto, di quelli richiudibili, più una poltrona dura e scomoda. La soluzione ideale sarebbe stata quella di comprare in divano letto, da aprire all'occorrenza. Intanto ho pensato bene (o male?) di aprire il lettino che già c'era e posizionarlo vicino alla culla della Polpina. Ho spostato la poltroncina e ho nascosto la stufa alogena dietro a quest'ultima.
Ecco, appunto, la stufa alogena, colei che oggi ha bruciato la famosa poltrona.

Ore 13.45 ero in cucina a preparami un panino, mentre le Polpette erano in camera loro a 'trafficare' con la radio posizionata sullo schienale della poltroncina. Poco dopo mi hanno raggiunto, chiedendomi del prosciutto.
Ore 14.15 mio fratello bussa alla mia porta per consegnarmi il pane e la verdura che avevo lasciato al negozio. Sente puzza di bruciato, ma io lo ignoro, mi ripete di sentire una forte puzza di bruciato. Vado nel corridoio e inizio anche io a sentir puzza di bruciato. Mi giro, mi dirigo nella zona notte e .....e.....e......e..... oh cazzo, vedo del fumo, anzi tanto fumo, una nube di fumo uscire dalla camera delle Polpette. Loro sono dietro di me e col boccone di prosciutto iniziano a tossire. Entro e vedo la stufa alogena accesa, attaccata letteralmente alla parte sinistra della poltroncina. La puzza è insopportabile, non si vede nulla, spengo la stufa e ordino a mio fratello di prendere una delle due e di uscire sul pianerottolo. Le piccole scoppiano a piangere, si sono spaventate, povere cucciole di mamma.
Grazie al cielo, ci siamo trasferite al piano di sopra (da mia mamma) per un paio di ore, giusto il tempo di far uscire il fumo.
Ed ecco che i sensi di colpa mi assalgono, perchè avrei dovuto staccare la spina della stufa, oppure avrei dovuto sorvegliare meglio le Polpette, avrei dovuto sospettare qualcosa, visto che se ne stavano buone buone e zitte zitte in camera loro, avrei, avrei, avrei, ormai è successo e per fortuna non c'è nulla di grave. Anzi, voglio essere ottimista e pensare al lato positivo della disavventura: ora nella cameretta, abbiamo un bellissimo divano/letto ad una piazza e mezza, divano su cui ho trascorso praticamente tutta la mia adolescenza e oltre, abbiamo eliminato l'orrenda poltroncina e spostato nella tavernetta il lettino AprieChiudi

Però lo confesso: cacchio che paura!

mercoledì 27 ottobre 2010

Il senso della vita

E' da tanto che avevo in mente questo post, precisamente dal 31 Agosto, giorno in cui la mia unica e migliore amica An. ha messo al mondo il suo meraviglioso cucciolo. An è una ragazza fantastica, ho parlato di lei in qualche post, ma del suo piccolo non avevo ancora scritto nulla.
Prima di partorire, An venne a casa mia col suo pancione enorme ed io, che ho la fissa delle foto, le chiesi se aveva fatto degli scatti a quella meravigliosa palla che si portava in giro. E così iniziammo il nostro/suo book fotografico.





Intanto, il 31 Agosto 2010, alle ore 15.30, la bella An metteva al mondo un bimbo bello e paffuto, che porta il nome del nonno paterno.









Ovviamente questo post è dedicato a lei, alla mia grande amica, l'unica a sapere dell'esistenza del mio blog e a non aver mai letto un post, l'amica del cuore ai tempi del liceo, l'amica a distanza ai tempi dell'università, l'amica mamma/confidente oggi.
E mi chiedo, chissà se riuscirà mai a leggere questo post.....

giovedì 21 ottobre 2010

Sonno, dolce sonno

Ore 20.32 e le Polpette dormono. Ma come già dormono? E no, dormono ancora.
Stanno ancora facendo il riposino pomeridiano che si sta trasformando nel sonno notturno.
E' che io detesto svegliarle. Ma questa settimana è stata strana, perchè si fanno delle dormite pomeridiane fuori dal normale.
Tutto ha inizio domenica. Si sono addormentate alle 15 per svegliarsi alle 20.45 e riaddormentarsi alle 21 dopo aver bevuto un biberon da 250 ml di latte. Altro risveglio alle 3 (si si alle 3 di notte), un'alta ciucciata di latte e poi nanna fino alle 5. appunto alle 5 c'è stata la sveglia definitiva.
Lunedi è successa la stessa cosa.
Martedì, ho pensato " e no cavolo, oggi non mi fregano, le sveglio", e alle 19 le ho svegliate. Non vi dico i capricci fino alle 23. Roba da impazzire.
Ieri invece ho cambiato tattica. Tornate dal nido (alle 13.45), hanno fatto merenda e alle 14 fila a nanna, evitando di accendere la tv, di parlare, di raccontarmi/ci quello che avevano fatto al nido. Niente discorsi, niente canzoncine, niente Dvd, niente di niente, merenda e nanna. E' andata bene, Alle 17.30 erano entrambe sveglie.
Ed oggi? Oggi non so cosa è successo, la situazione mi è nuovamente sfuggita di mano.
Siamo tornate alla solita ora, la Polpina, che era sveglia dalle 6, mi ha chiesto del latte e poi alle 14 è crollata. La Polpona invece no. Ha resistito fino alle 16. A nulla sono valsi i miei tentativi di addormentamento. Ho provato a metterla nel lettone con me e lei, mentre io fingevo di dormire, si esibiva in canti e preghiere imparate all'asilo. Mi accarezzava i capelli, mi sussurava parole dolci all'orechio: "mamma, coccolina sei tu, bambolina mia, i voio bene io, mamma, dommi tu? io no ho szszonno" (sembravamo io la figlia e lei la mamma). Alle 16 è crollata. Ed ora dormono beate sotto le coperte. Il fatto è che non me la sentivo di svegliarle, ho cercato di fare rumori vari in camera, ma nulla, loro hanno continuato a dormire. E poi non stanno molto bene. Fra tosse e raffreddori vari, vederle dormire serene, senza sentirle tossire, per me è tanto. Ecco perchè le ho lasciate in pace. Anche se so che probabilmente si sveglieranno da un momento all'altro, magari nel cuore della notte, o domani mattina alle 4, pazienza, mi sacrificherò per loro, in fondo anche questo è amore.

martedì 19 ottobre 2010

Che ingiustizia

Oggi è una di quelle giornate no, purtroppo quella famosa comunicazione da parte dell'INPS è arrivata e il responso è sconcertante. Non ho nenache voglia di parlarne, sono amareggiata, dispiaciuta e forse in fondo mi sento anche in colpa (so di non averne). Ma se ci fossi stata io, forse non sarebbe successo, se mi fossi impegnata o meglio organizzata con le Polpette avrei potuto riprendere in mano la situazione, evitando di far succedere quello che poi è successo.
E ora come faremo?
Mi dispiace tanto per mio padre, che pur essendo fuori teoricamente, c'è dentro con tutte le scarpe.
Mi dispiace per mia madre, che sta male e non ha neanche pranzato.
Una soluzione la troveremo, però lasciatemelo dire, viviamo in un paese di merda, quasi mi vergogno di essere italiana. Ci sono i ricconi che non pagano le tasse e hanno milioni e milioni di euro, macchine lussuose, ville, barche e nessuno li tocca.
Poi c'è il piccolo commerciante, che paga di tutto se non di più, che lavora da cinquantanni come un somaro, per garantire un futuro migliore ai figli, che fa tanti e tanti sacrifici per la sua famiglia, e alla fine che succede? Succede che per una cazzata o per l'invidia della gente gli fanno una multa salata, ma tanto salata da doversi vendere qualcosa pur di riuscire a pagarla. Che tristezza, che brutto periodo per la mia famiglia, mi auguro di cuore di ruiscire a superare anche questo grosso ostacolo, sono sicura che ce la faremo.
Ma non posso evitare di vergognarmi di essere italiana, perchè mi chiedo che fine faranno quei soldi, nella tasca di quale grosso politico finiranno?
Una cosa è certa: viviamo in un paese ingiusto!

p.s. so bene che è un post incomprensibile per molte, io so di cosa sto parlando e spiagare tutto sarebbe lungo e complicato, ma avevo bisogno di scrivere.

sabato 16 ottobre 2010

L' evoluzione del matrimonio.

PREMESSA 1:
Sono incazzata nera, non sono triste anzi me ne sbatto altamente.
PREMESSA 2:
In questo post saranno presenti vocaboli un pò coloriti , chiedo scusa in anticipo, ma se li ometto, non rendo l'idea.

Tutto comincia da qui:
PRIMO ANNO: CUORE A CUORE;
SECONDO ANNO: CULO A CULO;
TERZO ANNO UN: CALCIO IN CULO.
Ecco, appunto, io poco più di un mese fa ho festeggiato il mio terzo anno di matrimonio; quindi io sarei nella fase CALCIO IN CULO,.....appunto, io glielo darei volentieri un calcio a Paponzo.
Che succede? Niente di che, nessun litigio particolare, solo che un minimo di riconoscenza da parte sua mi farebbe piacere. Io non sono la sua serva, la schiava che gli prepara da mangiare, gli fa trovare la casa bella e pulita (lui dice che sono fissata) e i panni profumati.
Io sono stufa.
Sono stufa di fare il soprammobile, stufa di rinunciare a tutti i miei hobbies, stufa di uscire quasi sempre sola.
Essì, perchè lui lavora (perchè io no?), poverino, è stanco, si sveglia alle 5 del mattino, sta fuori casa dodici ore al giorno, ed è giusto che la sera non più tardi delle 21 crolli sul divano. Ed io? Non sono mica di ferro. Anche io lavoro (ok non 12 ore), mi dedico alle Polpette (24 ore su 24), alla casa, alla cucina. E sono comunque una donna che ha voglia di uscire, di fare un minimo di vita sociale. E se c'è un compleanno, io ci vado sola (povero è stanco), e se c'è l'anniversario della cugina io ci vado sola (povero è stanco) e se c'è una festicciola io ci vado sola (povero è stanco), ovviamente portando con me le Polpette.
Da circa due mesi è nata la figlia di mio cugino, che vive a 100 km dal mio paese. Non siamo ancora andati a fargli visita. Che vergogna!
Io: Amò, domani andiamo a Potenza da F. a vedere la bimba?
Lui: No, se vuoi vacci pure.
Eccerto, sempre sola, sembro la vedova allegra. No che non ci vado, io mi vergogno, a volte ho dovuto inventarmi imprevisti lavorativi per giustificare la sua assenza.
Lo ribadisco : sono S.T.U.F.A.

Vogliamo parlare del suo aiuto in casa? Oh Dio ci vorrebbe un altro post.
IO: Amò, si è rotta la tapparella, non si alza pèiù, dai un'occhiata.
LUI: vabbè, non fa niente, tanto arriva l'inverno, non serve più tenerla alzata.
Ma ci rendiamo conto?
Ho dovuto aspettare più di un anno, per poter appendere un quadro, perchè lui non aveva tempo (o voglia?) di prendere trapano e chiodi, e poi alla fine lo ha fatto mio padre.
IO: amò perde il rubinetto del bagno piccolo.
LUI: e allora chiama l'idraulico.
Echecazzo ci vuole? Ti pesa troppo dare un'occhiata, magari è una scicchezza. No, lui è pigro. Ma non è pigro di natura, ma solo per ciò che non gli interessa.
E' libero solo sabato e domenica e lui che fa? Se ne va a caccia, mavaffanculo a te e al tuo maledetto hobby, che tra l'altro detesto.
Niente, inutile discutere, ho davanti un muro, lo prenderei a botte altro che calci nel culo.
Che fare? Inutile dire che devo solo rassegnarmi, è sempre stato così, l'ho scelto, l'ho sposato e ora mi arrangio.
E pensare che il primo anno di matrimonio era un pò diverso, non dico CUORE A CUORE (non è proprio il tipo), ma un pò di romanticismo c'era.
Anche il secondo, non era poi male, nei primi mesi di mammità, era molto presente, ha fatto cose che mai avrei immaginato, tipo stendere i panni, passare l'aspirapolvere, ma ora sta toccando il fondo. Per coglionarmi mi dice che sono una supermamma, ma poi ride sotto i baffi. Non c'è soluzione, ma una cosa mi preoccupa seriamente: nonostante il suo menefreghismo, le mie incazzature, io sono ancora convinta di voler invecchiare con lui.
Che dite sono pazza?????

martedì 12 ottobre 2010

Dialoghi mattutini.

Ore 7.20.
Io sono ancora nel mio lettone. Dalla radiolina che ho sul comodino, sento che la Polpona è sveglia. Inizia il dialogo tra le due.

Polpona: mamma, mamma, io sono sbegliata.
Io: .......
Polpona: maaaammmmaaaaaaa......Lellaaaaa (chiama sua sorella).
Polpina: mamma, boglio a mamma.
Polpona: Lella sei sbegliata? Non c'è mamma, donne(dorme) mamma.
Polpina: no, è mia mamma, mamma è mia.
Polpona: è tua? buoi a mamma?
Polpina: si, è mia mamma.
Polpona: e papà? Papà è mio. Mamma è tua e papà è mio.
Polpina: si.
Polpona: Lella lo buoi i latte? Io bevuto già. (bugiarda)
Polpina: Si, bojo i latte. Maaaammmma.
Polpona: Mamma, laaatttteeeeeee.
Io: arriiiiiiiiiiiiiiiivooooooooo!

Ok, ho capito è proprio ora di alzarmi. E tutto sommato è proprio un bell'inizio di giornata.

venerdì 8 ottobre 2010

Non aspettare, ma sii felice sempre.

Non aspettare di finire l'università, di innamorarti, di trovare lavoro,di sposarti, di avere figli,di vederli sistemati,......di perdere quei dieci chili,... che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina... la primavera... l'estate... l'autunno o l'inverno. Non c'è momento migliore di questo per essere felice. La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno. Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni. Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela. Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.

(Madre Teresa di Calcutta)

Ecco, appunto, queste meravigliose parole di Madre Teresa, rappresentano ciò che sto vivendo in questi giorni, rispecchiano, cioè, il mio stato d'animo. Ormai sono mamma, moglie, casalinga e lavoratrice. Sono distrutta ma felice. Le Polpette vanno tranquillamente al nido (a parte un pò di piagnucolio al momento del distacco), io vado felicemente al lavoro. Ho poco tempo per me, ma va bene così. A volte la sera ho i nervi a fior di pelle, dipende da quanto collabora Paponzo. Ho una vita piena e sono felice.

p.s. Grazie a Chiara per il premio, appena posso scrivo un post a tal proposito.

mercoledì 29 settembre 2010

La nostra vita sta cambiando.

Questa è la prima settimana di indipendenza mia e delle Polpette. Ormai loro sono al nido dalle 8.30 alle 13.30, orario in cui io sono al lavoro. E mi mancano, mi mancano terribilmente. Eppure ho tanto da fare, non ho il tempo di pensare, ma loro sono il mio chiodo fisso per tutta la mattina.

E penso che questi due anni di vita insieme non torneranno più.
E penso che d'ora in poi, non ci saranno le lunghe mattine insieme, passate sul tappeto a giocare con le costruzioni o con le bambole.
E penso che non potremmo più fare le lunghe passeggiate.
E penso che la mia vita sta cambiando, ma soprattutto la loro.
E penso che sono troppo piccole le mie cucciole per affrontare tutto ciò.
E penso che la Polpona (che ora piange ogni mattina), mi vede come una mamma cattiva che l'abbandona.
E penso che mi mancheranno gli esaurimenti nervosi delle 12, quando tra pranzo e capricci iniziavo a sclerare.
E penso che sono già passati due anni......caspita come passa.
E penso che è giusto così, anche se a volte mi ritrovo a combattere con i sensi di colpa.
E penso (anzi sogno) di voler diventare una mosca, entrare in aula e vedere tutto ciò che accade, perchè mi scoccia un pò non poter vedere come interagiscono in mia assenza.

La verità è che penso che in fondo non c'è più tempo.Le giornate volano, ci svegliamo alle 7, ma in un batter d'occhio ci ritroviamo alle 21.30, orario in cui loro vanno a nanna. Ed io non me le godo più ste Polpettine.
Torniamo a casa alle 13.45, mangiucchiano qualcosa, stiamo insieme mezz'ora e arriva il riposino. Dormono un bel pò, arrivano a farsi tre ore la Polpona e quattro la Polpina.
Stiamo insieme praticamente due ore, me le coccolo, me le sbaciucchio, gli dico di abbracciarmi, di stringermi forte, di dirmi ti amo; e questo denota insicurezza da parte mia, perchè sono io che chiedo loro conferme.
Vivo aspettando il sabato, che poi è il giorno in cui loro non vanno al nido, ma è anche il giorno in cui io dovrei lavorare il doppio. Però so che saranno a casa con Paponzo o a spasso con i nonni e mi sentirò di sicuro più tranquilla.
Il fatto è che io le amo troppo e temo che loro non percepiscano quanto io sia innamorata di loro (lo so che è una cazzata.....ma penso anche questo).

domenica 26 settembre 2010

Non è giusto!

Mancano due minuti alle 20, Paponzo e le Polpette stanno ancora facendo il riposino pomeridiano. Alle 19 saremmo dovuti andare ad una festa della figlia duenne di una mia amica. Io sono qui, incazzata nera, perchè i programmi non erano questi.
Ci tenevo tanto ad andare a questa festa, perchè era una festa studiata per bimbi di due anni. La mia amica ci tiene un sacco a queste cose. Ha chiamato animatori, baby sitter, ha preparato sorprese e musiche per bimbi di quell'età. Io per di più, sono bella e pronta. Ho messo un jeans e una maglia nuova, ho scelto accuratamente gli accessori, bracciale, collana e orecchini intonati all'abbigliamento. Mi sono truccata, ho meso anche il rossetto e mi sono stirata i capelli. Ma invece sono qui, sul divano a scrivere questo post che spero mi calmi il nervoso.
Il problema non è svegliare le Polpette, ma svegliare Paponzo, che dorme ormai da due ore e mezza, russa e già so che si alzerà direttamente domani mattina per andare al lavoro.
Tutto ciò è successo perchè siamo andati a pranzo dalla suocera (ERRORE) e siamo tornati alle 17. Ovviamente il riposino è stato lungamente posticipato e ora mi ritrovo ad aspettare che loro si sveglino. Ma è possibile essere così sfigati? Succede sempre. Ogni volta che io ho il tempo di prepararmi e farmi bella con calma, salta sempre tutto. Non posso neanche svegliare le Polpette e andarci io senza Paponzo, perchè il luogo della festa dista circa 15 km da qui. Non mi resta che piangere (sti cazzi.....poi si scioglie il trucco e non posso neanche uscire a fare una passeggiata.). Ora mi chiedo: che faccio quando si svegliano? Chiaramente non andranno a dormire come al solito alle 21.30/22.00. E quindi? Uffa che nervi, non è possibile. Mi sa che si va sul corso, mica mi metto a fare paste e pastine, non esiste proprio.
Chepalle-CHEPALLE-C.H.E.P.A.L.L.E.

P.S. scusate lo sfogo, è un post senza senso lo so ;-(

sabato 25 settembre 2010

Strani gusti televisivi.

Il giorno del mio matrimonio è uno dei giorni più belli della mia vita.
Dopo il fatidico giorno, aspettavo con ansia che il fotografo ci consegnasse l'album delle foto e il dvd con il filmato. Ho aspettato più di un anno per poter rivivere attraverso le immagini e i filmati, quel memorabile giorno. Mi consegnarono due dvd, uno col filmino integrale (che dura circa quattro ore) e l'altro montato, con le musiche e le immagini più significative (che dura mezz'ora). All'inizio me lo vedevo e rivedevo volentieri più volte al giorno, senza mai annoiarmi. Semplicemente lo adoravo.
Ma da quando le Polpette hanno scoperto di avere una mamma ed un papà, che un tempo furono sposi, in casa non c'è tregua.
Da circa un mese, appena sveglie, il primo pensiero è accendere il lettore e metter il suddetto dvd. Mi costringono a vederlo con loro anche per venti volte di seguito (giuro non esagero).
Non vi dico quando arriviamo alla scena dei balli, lì vanno fuori di testa. Ballano, commentano e riconoscono ogni singola persona. Lo conoscono a memoria. Pensare che una sera ero in camera con la Polpona, la Polpina era in soggiorno con Paponzo a vedere la "posa"( sposa). Mentre le mettevo il pigiama, sentiamo la musica di Michael Buble provenire dal soggiorno, lei mi guarda e dice "mammina a posa si fa a passeggiata", non volevo credere alle mie orecchie. Cioè la furba senza neanche guardare il filmino, è capace di attribuire la musica all'immagine che l' accompagna. Il famoso dvd, dopo aver fatto un bagno nel bidet è stato riposto lontano dalle mani delle Polpette, per essere sostituito a sua volta con quello integrale. Pensavo che essendo più lungo, sarebbe stato più interessante per loro. Ed invece no. Siamo costretti a passare direttamente al capitolo nove, in cui ci sono i balli di gruppi, oppura al capitolo otto, in cui ci sono Minnie e Topolino. Ormai conoscono a memoria Pedro Pedro Pedro Pedro Pè, praticamente il meglio di santa Fè....

Questo giusto per dire che in tv non si può vedere altro e che non avrei mai immaginato di provare nausea alla visione del filmino di uno dei giorni più belli della mia vita.
Io e Paponzo non ne possiamo più. Si salvi chi puòòòòòòòò!!!!

giovedì 23 settembre 2010

33

Trentatre anni fa, nasceva una bambina, bellina e paffutella che oggi è una donna meno bellina ma sempre paffutella. Quella donna sono io e logicamente, sono a qui a fare il punto della situazione. Mi chiedo cosa ho fatto di bello in 33 anni di vita. Tutto sommato ho raggiunto tanti obiettivi. Certo, i sogni nel cassetto ci sono ancora, ma mi auguro di avere una lunga vita in buona salute per poterne realizzare ancora un pò.
Innanzitutto, mi sono laureata e questo (benchè la mia laurea sia rinchiusa in un cassetto), mi riempie di orgoglio. Mi sono sposata, ho avuto in dono due meravigliose gemelle. Ho una casa tutta mia bella e grande. Ho un lavoro, anche se sognavo di fare altro. Ho tutto. Si, in effetti non mi manca nulla, certo sognavo una villa con giardino e piscina, sogno tutt'ora di acquistare una barca, una casa in montagna, ma in fondo sto già benone. Direi che in 33 anni di vita ho fatto grandi cose. Ma. C'è sempre un ma. Mi manca comunque qualcosa. Mi manca potermi alzare quando voglio. Mi mancano le serate mondane che non mi costringevano a vedere sempre che ore sono. Mi manca andare a correre. Mi manca il vero e proprio cazzeggio. Mi mancano i pomeriggi vuoti, quelli in cui mi annoiavo terribilmente perchè non avevo nulla da fare. In due parole mi manca la spensieratezza che mi contraddistingueva una decina d'anni fa. Non ci posso far nulla, è la vita che cambia, le esigenze cambiano e inevitabilmente cambiamo anche noi.
Oggi avrei voluto che fosse un giorno speciale, sono sincera. Ed invece no. E' un giorno qualunque, uguale a ieri, uguale a domani. Non cambia nulla, se non il fatto di avere un anno in più. E mi viene anche da piangere e non so il perchè. Forse perchè sono stanca, stanca di tutto e di tutti e mi auguro di cuore di non dover accogliere tutti i parenti di Paponzo, che saranno anche carini, ma quanto rompono....E poi se la devo dire tutta non ho nulla da offrire.
Che ci posso fà? Oggi mi gira così!!!

mercoledì 22 settembre 2010

Piano piano ci inseriamo.

La nostra avventura è cominciata.
Già ieri, con la scusa di voler incontrare la segretaria, sono ritornata al nido, portando con me le Polpette. I primi due giorni, ho fatto l'inserimento a modo mio. Non mi andava di lasciarle lì, di punto in bianco, lo vedevo come un distacco drastico, violento. Allora ho pensato di recarmi nella struttura con le Polpette, far conoscere loro il luogo, i bimbi, le suore, in mia presenza. La Polpona, fin da subito si è inserita, dimenticandosi completamente di me. La Polpina invece, è rimasta attaccata alle mie gambe, senza nessun interesse per i giochi e per gli altri bimbi.
Oggi era la giornata decisiva. Avrei dovuto lasciarle per un'ora sole, senza di me.
Siamo arrivate al nido e le due pesti litigavano sul da farsi:

Io: adesso andiamo all'asilo (
mi piace chiamarlo così), dai bimbi.
Polpina (p): no atilo.
Io: va bene, allora andiamo a fare una passeggiata.
Polpona (P): no passeggiata, atilo io, giocale coi bimbi. p: no, patteggiata co mamma, Iaia e Lella.
P: noooooo, dai bimbiiiiiii

Tra una chiacchiera e l'altra siamo arrivate davanti al portone. Siamo salite su e la Polpona come previsto, ha iniziato a giocare. La Polpina si è attaccata a mò di cozza allo scoglio, non mi lasciava e piangeva. La suora l'ha presa in braccio, lei si dimenava, ma io sono andata comunque via.
Non vi dico che cosa ho provato. Solo chi ci è passata o sta vivendo in questi giorni l'inserimento, mi può capire. Camminavo per strada col mio passeggino gemellare vuoto, trattenevo le lacrime, le gambe mi tremavano. Volevo solo piangere e i battiti del mio cuore erano accelerati.
Ed ora che faccio? Come si fa ad aspettare che passi un' ora in queste condizioni?
Sono entrata in un negozio di abbigliamento, ma nulla mi interessava. Sono andata in municipio a fare i certificati di nascita che serviranno lunedì per l'iscrizione definitiva. Infine sono entrata in Chiesa. E lì i miei dotti lacrimali hanno avuto modo di far scendere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Piangevo come una bambina.
Ma si può? Temevo di essere vista da qualcuno, perchè qui si sa, il paese è piccolo e la gente mormora. Ho pregato per le mie figlie e ho chiesto scusa a Dio, perchè ero consapevole di fare richieste assurde, rispetto a quelle che fanno persone che soffrono davvero. Mentre pregavo mi squilla il cellulare (che avevo lasciato in borsa, fuori dalla Chiesa). Esco ed era Paponzo. Pur non vedendomi, avrà capito tutto dal mio tono di voce. Mi ha consolata, mi ha consigliato di non riprendere le Polpette prima di un'ora, visto che era mia intenzione andare molto prima. Mi sono tranquillizzata. Sono entrata in un chioschetto e ho comprato due bustine di caramelle gommose da dare alle piccole.

Mancava ancora un quarto d'ora, il tempo non passava mai. Mi sono seduta su una panchina che si trova sotto al nido. Lì ho incontrata il mio maestro delle elementari. Abbiamo fatto due chiacchiere e dopo dieci minuti ho citofonato. Sono entrata senza farmi vedere dalle Polpette.
La Polpona giocava tranquilla, la Polpina non c'era. Cacchio -ho pensato- sarà successo qualcosa . Ed invece era in bagno, la mia piccola grande donna, aveva chiesto alla suora di andare in bagno. Quando mi hanno vista, mi sono corse incontro, abbracciandomi fino a farmi male. Erano felici, serene. Con grande stupore ho appreso che la Polpona, dopo qualche minuto, era esplosa in un pianto inconsolabile. Aveva pianto più della sorella. Mi ha fatto piacere vedere che entrambe, con grande entusiasmo, mi volevano raccontare che cosa avevano fatto.
La Polpina in particolare:
mamma vedi, mangiato Lella, pollo, tutto tutto, vedi, seduta qui, Iaia qui e Lella pule. Fatto pipì Lella, veni vedele, bagno, vedi, qui fatto Lella. Mamma vedi, bimbi, giocale.
Era davvero tutta contenta e il mio cuore ha iniziato a regolarizzare i battiti. Ho tirato un sospiro di sollievo, ho pensato che per oggi era fatta e che domani sarà un altro giorno.
Ma è stato molto difficile, lo sarà anche nei giorni prossimi, ma non mollo, anzi noi non molliamo, stringiamo i denti e andiamo avanti, nella convizione che questa è la strada giusta per tutte e tre, è un cammino di crescita che io e le mie figlie dobbiamo percorrere, tenendoci per mano.

p.s. ma in un nido si può far pranzare i bambini alle 11? A me pare un pò prestino....

lunedì 20 settembre 2010

Il fatto è che.....mi faccio troppe domande.

-Che sarà della mia vita?
-Devo riprendere il lavoro. Chi fine fanno le mie Polpette?
-Non ho molte alternative: le porto dalle suore?
-Come faccio a superare la fase del distacco?
-Piangeranno loro o forse piangerò più io?
-E se non si trovano bene?
-E se piangono tanto da diventare viola?
-E se provano quel senso di abbandono?
-Le suore saranno in grado di badare alle mie figlie meglio di me?
-Ce la posso fare?

Queste e tante altre le domande che rimbombano nella mia testa.
Mi sento in bilico, mi ripeto che non sono la prima nè l'ultima mamma che porta le proprie figlie al nido, ma non mi do pace. I sensi di colpa prendono il sopravvento. Lo so, non ho colpe, è giusto così, ho dato il massimo per loro in questi due anni, le lascerò in buone mani, sarò felice io e lo saranno ancor di più loro. Ma nonostante tutto, soffro. Soffro come un cane bastonato all'idea di lasciare le mie Polpette urlanti in un luogo sconosciuto, in mani estranee. Mi sento il cuore a pezzi, mi ripeto che deve essere così, è giusto così, loro crescono, le esigenze cambiano e cambiamo un pòanche noi.
E allora rimando. E rimando. E rimando.
Il fatto è che, oltre a farmi tante pippe mentali, ho sempre temuto i cambiamenti. Poi mi abituo facilmente, mi adatto, ma all'inizio tutto mi spaventa, vado in ansia, ansia quasi patologoca.
Ma una decisione la devo prendere, ragion per cui, questa mattina ho deciso di ritornare dalle suore (ormai mi conoscono troppo bene), con la scusa di sapere se rispetto all'anno scorso ci fossero stati dei cambiamenti. Ho deciso di portare con me le Polpette, per vedere la loro reazione alla vista delle suore, degli altri bimbi e dei mille giochi che ci sono. Giusto per far sì che loro familiarizzassero un pò con il nuovo ambiente.
Siamo salite al primo piano, siamo entrate nell'aula giochi e come avevo previsto, la Polpona si è subito dimenticata di me, iniziando a giocare e a conoscere gli altri bimbi, mentre la Polpina è rimasta in disparte, attaccata alla mia coscia.
Io sono salita al secondo piano, perchè cercavo la Madre Superiora (M.S.), e ho lasciato le Polpette giù al primo. Sono state tranquille, ma con loro c'era anche mio padre. Nonostante tutto, la Polpina non ha toccato nenache un gioco, si è limitata ad osservare curiosa e forse anche un pò spaventata.
La M.S. mi ha subito riconosciuta:
M.S: ma noi ci conosciamo già....lei è la mamma delle gemelle!
IO: essì, sono già stata altre volte, ma per diversi motivi ho rimandato l'iscrizione.
M.S.: si c'è posto, puoi portarle anche domani.
IO: come???? domani???? no vabbè facciamo che al limite mi organizzo per lunedì.
M.S.:se tu vuoi, domani le porti per un'ora, poi le vieni a riprendere, se poi piangono troppo, ci lasci il numero di telefono e vieni prima?
IO: cioè? io le lascio subito e vado via?
M.S.:certo, puoi rimanere 2, 3, 5 minuti, ma poi devi andare, se no non si abituano.
IO: ma piangeranno, io veramente vorrei poter star con loro più di cinque minuti
M.S: no, i bambini devono piangere, è giusto così, all'inizio piangono, ma poi si calmano e si divertono, perchè facciamo attività, balliamo, giochiamo. Devi stare tranquilla, portale domani per un'ora.
IO: non so domani, così su due piedi, non so.....
M.S.: vedrai che poi non vorranno più andare via, all'inizio piangono per rimanere, alla fine piangono perchè non vogliono andare via.

Il colloquio tra me e la M.S. è stato più o meno questo, lei mi ha rassicurata, ha alle sue spalle una lunghissima esperienza, mi fido, ma il problema rimane.
Ora non so se domani le porterò, ma sta di fatto che alle 10 ho appuntamento con la segretaria, quindi penso che le porterò con me, le lascerò in aula e salirò su in segreteria. La differenza tra oggi e domani è che ci vado sola, non porterò con me nonno Erre e loro rimarranno sole, senza di me almeno per mezz'ora, io comunque starò lì, nella stessa struttura e al limite potrò sentire i pianti disperati della Polpina che già so piangerà disperatamente.
Oh mamma che tristezza, non ce la posso fare!!!!



venerdì 17 settembre 2010

A quest ora mi gira così.




Se ci sei(Giorgia)

Io non so più dove sei
certe volte guardo su ma
non sò trovarti
eri qui un attimo e poi via
con salto unico sei andato via per sempre
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finché io ti ricorderò
se ci sei non potrò scordarti mai forse tu lo sai
io non te l'ho detto mai
quanto eri importante ma tu non me ne hai dato il tempo
ora no non ho parole parole che possono spiegare che tu mi manchi senza fine
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei non potrò scordarti mai forse tu lo sai
è così difficile credere sia
naturale vivere morire
tu fammi solo credere che io ti rivedrò su un pianeta o in una vita nuova
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei io non potrò scordarti mai forse tu lo sai
sei ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei giuro non ti scorderò ora tu lo sai

p.s. questo è per te Rosalba

mercoledì 15 settembre 2010

E sono passati tre anni....

Diciassette anni, un mese e otto giorni fa, ci mettemmo insieme (all'epoca si diceva così), e tra lacrime e sorrisi, tra un lasciarsi e un riprendersi, sono passati quattordici anni.
Ok, aspettiamo la laurea e poi ci sposiamo. Ed invece no.
Ok, aspettiamo di finire il master e poi ci sposiamo. Ed invece no.
Ok aspettiamo un lavoro decente e poi ci sposiamo. Ed invece no.
E gli anni passavano e noi rimanevamo gli eterni fidanzati.
Così, un giorno, di punto in bianco, decidemmo di visitare un ipotetica sala, dove noi avremmo potuto festeggiare quel fatidico e tanto atteso giorno.
Era il 26 dicembre 2006. Magicamente, il proprietario del ristorante ci disse che si era liberato un giorno, il 15 settembre, di sabato. Che culo! E noi senza esitare, senza consultare nessuno, ci guardammo in faccia e confermammo immediatamente.
E quel giorno arrivò. E fu fantastico, memorabile. Il giorno più bello della nostra vita (della mia di sicuro, ovviamente diventò il mio secondo giorno più bello, perchè il primo è quello della nascita delle Polpette).
Da allora sono passati tre anni. In tre anni abbiamo fatto tante cose insieme. Abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo litigato, ci siamo riappacificati, ma soprattutto abbiamo fatto due splendidi esserini che mai e poi mai avrai immaginato di avere.
Lo so, sono un tipo difficile, siamo tanto diversi, forse troppo, ma è importante guardare nella stessa direzione, essere a volte tolleranti, a volte rompiballe. Io sono un pò più rompina, ma sai com'è, so nervosetta, cocciuta, irritante, ma sai bene che sono anche generosa, profonda e affidabile.
Spesso mi guardo indietro, riavvolgo la pellicola della mia vita e me la rivedo, periodo per periodo. E mi soffermo sul passato, quando ero una ragazzina spensierata e felice, poi vado oltre e mi vedo donna, moglie, ma sempre un pò spensierata. Proseguo e arrivo al presente, e mi vedo moglie, mamma, ma non ritrovo la spensieratezza di un tempo. Non mi manca, perchè so che oggi ho voi, siete la mia vita, il mio ossigeno, ma soprattutto tu amore mio, sei la forza della mia vita, perchè se a volte non reggo, so che ci sei tu, pronto a sostenermi, pronto a prenderti cura delle nostre Polpette, so di poter contare su di te.
Sembrerà strano, ma io nonostante i 17 anni passati insieme, mi innamoro ogni giorno di più.
Ti amo troppo, auguri vita della vita mia.

L'emozione non ha voce.

sabato 11 settembre 2010

Spannolinamento: la svolta

Sto diventando monotematica, lo so, ma probabilmente, anzi spero sicuramente, questo è l'ultimo post che scriverò sull'argomento pipì-popò. Ci tengo a scriverlo, innanzitutto perchè è importante per me essere arrivata allo spannolinamento totale di entrambe le Polpette, e poi perchè so che tra noi mamme è un tema scottante ed interessante, soprattutto se c'è poca collaborazione da parte dei nostri nani.
Un pò di tempo fa, io avevo grossi problemi sullo spannolinamento della mia Polpina. Ho letto e riletto con attenzione i preziosi consigli di altre mamme blogger, traendo come sempre le mie conclusioni. Decisi che dovevo insistere, non dovevo cedere, che la furbetta sarebbe rimasta comunque senza pannolino tutto il giorno, tranne nelle ore della nanna.
Un giorno, magicamente, l'ha fatta nel vaso a casa di mia mamma, in mia assenza.
Allora il problema sono io , ho pensato. A distanza di qualche giorno, l' episodio si è ripetuto. I mie sensi di colpa si moltiplicavano. Mi ripetevo e' colpa mia, la bambina ha paura di me, forse l'ho spaventata, mi teme perchè qualche volta ho perso la pazienza, perchè dopo l'ennesima volta mi ha vista incavolata, sono una pessima madre, questo ho pensato nei giorni successivi.
Fino a quando, una sera, eravamo a casa di una zia e lei mi fa
-mamma pipììììì
-ok amore, andiamo nel bagno di zia D.
ed ecco che ricominciarono le stesse tarantelle, lei si rifiutava di farla, fino a quando l'ho minacciata simpaticamente.
-amore su dai, fai la pipì, se no zio S.(marito di zia D) si arrabbia, e poi viene Jonny, (simpatico cagnolino di mia cugina, che la piccola teme un pò) .
-Dai su falla, così facciamo FREGATOOO, FREGATOOO a zio S. e a Jonny.
Ad un tratto il miracolo, ho visto il liquido giallastro scendere giù lungo le pareti del water.
L'ha fatta ed io ero felicissima, ho chiamato la zia D., ho chiamato la Polpona e tutti insieme abbiamo detto FREGATOOOO, FREGATOOOOO.
Da allora non ho più alcun problema, la fa tranquillamente nel suo vasino o nel water indistintamente. Pensavo di dover faticare ancora per quanto riguarda la cacca, ed invece è stato tutto spontaneo e naturale. Fa anche quella senza problemi, anzi, non so se è una coincidenza, ma è meno stitica di prima.
Lei ora è felice, serena, mi avvisa un pò prima, è diventata bravissima. La notte glielo metto ancora, ma per quello c'è tempo, spero di sbarazzarmi completamente del supporto tecnico la prossima primavera. L'importante è averlo tolto completamente durante il giorno. E' stato faticoso, ci abbiamo impiegato più di un mese e mezzo, ma alla fine ci siamo riuscite.
E questa è l'ennesima conferma della diversità delle mie gemelle. La Polpona ci ha messo 3 giorni, la Polpina 40 giorni in più.
Ma come si dice non importa quanto tempo ci si impiega, ciò che conta è il risultato.

mercoledì 8 settembre 2010

Morire dopo un cesareo: ditemi che non si può.

Da tre giorni, sono alle prese con le grandi pulizie del mio negozio, momentaneamente chiuso per ferie. Le Polpette sono con mia mamma dalle 9 alle 14. Questa mattina mentre ero sulla scala a pulire le piastrelle, mi squilla il cellulare. Apro e leggo Daniela. Daniela? Che cavolo vuole Daniela alle 12, non sarà mica successo qualcosa al suo nano, non mi chiama mai.

D: ciao Ele.
Io: Ciao Dani, tutto ok?
D: si, veramente....ti chiamo....per darti una notizia.....che....sai...non ti farà piacere
(in tre secondi, ho pensato alle mie Polpette, oddio, stamattina sarebbero uscite con zia D.,sarà successo qualcosa, una delle due sarà caduta, l'avranno portata in ospedale col 118 e Daniela era lì, avrà visto tutto e si sarà presa la briga di avvisarmi, oddio sto male).

Io: Dani, ma che stai dicendo? Cosa è successo?

D: Sai…..R.P. ……dicono che sia morta…..non so se è vero, l’ho sentito in giro, ma per essere sicura ho chiamato la ragazza di E., la quale mi ha confermato tutto, stavano andando in ospedale…..ha partorito i gemelli questa notte, pare che i bimbi stiano bene, poi è andata in coma e questa mattina è morta.

Io: no, non ci posso credere, sarà una voce, non ci credo, sto tremando…… se so qualcosa ti richiamo, ma stai tranquilla, sarà una palla, non può essere vero.

Chiudo il telefono e inizio a tremare, non potevo piangere, c’erano mio padre, mio fratello e la cugina di Paponzo, non potevo far trapelare quanto sono sensibile.

Torno a casa e il telefono squilla in continuazione, amiche del liceo che mi chiamano per avere notizia, per sapere se è vero.

Ed io piango, non le riesco a trattenere queste maledette lacrime che mi inondano il viso, piango e penso a quanto è ingiusto. Piango e chiedo a Dio: perché?, PERCHE’? P.E.R.C.HE’?

Non ho voglia di fare niente, tempo fa le avevo dedicato questo post, l’avevo intitolato “Le amiche del cuore”, avevo parlato di lei, della nostra amicizia perduta, del fatto che il destino ci aveva messo lo zampino, visto che aspettava due gemelli, avevo concluso il post con queste parole ‘Non so neanche perchè ho scritto questo post, forse in cuor mio spero un giorno di farlo leggere proprio a lei, o forse solo per metter giù i miei pensieri malinconici.
So per certo che le voglio davvero un mondo di bene.’

Ed ora? Come potrà lei leggere il mio post? Lei non c’è più, è morta per dare alla luce i suoi gioielli, lasciando in un dolore indescrivibile la sua piccola treenne, suo marito, i suoi genitori e tutti coloro che le hanno voluto bene. Per non parlare dei gemelli, che non conosceranno mai la loro mamma, se non attraverso i racconti del papà.

Io non lo accetto, è assurdo morire dopo un parto cesareo a seguito delle complicanze dell’intervento. Ma stiamo scherzando? Non si può, non è ammissibile.

E penso.

Penso a quanto le ho voluto bene.

Penso ai primi due anni universitari.

Penso a quando giocavamo a burraco.

Penso a quando lei voleva dormire nel mio letto ad una piazza.

Penso a quando ci fumavamo l’ultima sigaretta pèrima di dormire, consapevoli di quanto potesse nuocere.

Penso a quando ci preparavamo per uscire.

Penso a quando mi diceva: “Polda mi dai una siga

Penso a quanto sono stata stupida nel lasciare il nostro rapporto in bilico.

Penso che la vita è breve e che non bisogna MAI rimandare a domani, ciò che si può fare oggi.

Penso, penso tanto, la mia mente è un fiume in piena, penso a suo marito, a quanto vorrei abbracciarlo e stringerlo forte.

Penso anche che non doveva andare così, che lei avrebbe dovuto sapere quanto io le ho voluto bene.

Ciao Rosalba, sei sempre stata nel mio cuore e lo sarai per sempre.

sabato 4 settembre 2010

The terrible twos

Saranno anche terribili, ma i due anni delle mie Polpette, sono anche tanto divertenti.
Ormai, io le considero grandi, mi fanno sorridere, perchè nella loro incapacità, cercano di fare cose che alla loro età non riescono molto bene. Ad esempio, molto spesso vogliono vestirsi sole, o fanno i capricci perchè non vogliono indossare la maglia rossa, ma quella gialla, non vogliono mettere i calzini bianchi, perchè preferiscono quelli rosa. Mi piace definirle "piccole donnine", con il loro carattere che già inizia a definirsi.
Per non parlare del momento in cui si pranza. Pretendono di mangiare da sole anche la pasta in brodo. Se scotta, soffiano sul cucchiaio/forchetta. Se il pezzo di carne o di pane o di formaggio è troppo grande, loro provvedono da sole a spezzetterlo.
E' gande mamma, a pezzettini io.
No tu, sola io, mangiale sola io. No o voio a canne, voio a patta io (non voglio la carne, voglio la pasta).
E' un vero e proprio spasso. Per non parlare poi delle nuove parole o frasi, che escono dalla loro bocca inaspettatamente. Mi stupiscono e mi riempiono di orgoglio.
Io ad esempio, non sono più mamma, ma sono diventata mammina (tralasciamo il fatto che spesso mi chiamano per nome argh), e sentirmi chiamare mammina con la loro vocina mi piace un sacco.
Ieri, la Polpona è uscita sul balcone e osservava le strade tutte bagnate, visto che aveva piovuto per tutto il giorno. Ad un certo punto ha esclamato: hai vitto mammina, piove, piove oggi, tutto bannato. Iniziano anche a sbagliare gli infiniti dei verbi. Da esempio se si versa dell'acqua, loro prendono lo straccio dicendo: puliscere io, o se hanno sete bevere io.
La Polpona, che tra le due è quella che ha lingua più lunga, ha anche imparato a chiedere scusa (cuta) e lo fa al momento opportuno. Dice permesso (permezszo) se deve passare e non c'è spazio. Se ha voglia di fare qualcosa da sola, come ad esempio salire e scendere le scale, mi caccia via.
Sooolaaa, scenne sola io, vai via tu mammina e mi spinge vie con la manina.
Sono tante le conquiste che fanno ogni giorno, non basterebbe un blog per descrivere ogni attimo della nostra giornata, ogni loro gesto che mi stupisce e sorprende.
E' vero noi genitori, temiamo i terribile twos, è l'età della conquista, l'età in cui i nostri cuccioli ci sfidano, mettono a dura prova la nostra pazienza, l'età in cui loro sanno ciò che vogliono, ma è anche l'età in cui ci fanno ridere, in cui fanno buffe espressioni, l'età in cui realizziamo davvero che noi siamo mamme (almeno a me succede).
Personalmente più che Terrible tows, mi piace definirli Fantastic tow years.