mercoledì 29 settembre 2010

La nostra vita sta cambiando.

Questa è la prima settimana di indipendenza mia e delle Polpette. Ormai loro sono al nido dalle 8.30 alle 13.30, orario in cui io sono al lavoro. E mi mancano, mi mancano terribilmente. Eppure ho tanto da fare, non ho il tempo di pensare, ma loro sono il mio chiodo fisso per tutta la mattina.

E penso che questi due anni di vita insieme non torneranno più.
E penso che d'ora in poi, non ci saranno le lunghe mattine insieme, passate sul tappeto a giocare con le costruzioni o con le bambole.
E penso che non potremmo più fare le lunghe passeggiate.
E penso che la mia vita sta cambiando, ma soprattutto la loro.
E penso che sono troppo piccole le mie cucciole per affrontare tutto ciò.
E penso che la Polpona (che ora piange ogni mattina), mi vede come una mamma cattiva che l'abbandona.
E penso che mi mancheranno gli esaurimenti nervosi delle 12, quando tra pranzo e capricci iniziavo a sclerare.
E penso che sono già passati due anni......caspita come passa.
E penso che è giusto così, anche se a volte mi ritrovo a combattere con i sensi di colpa.
E penso (anzi sogno) di voler diventare una mosca, entrare in aula e vedere tutto ciò che accade, perchè mi scoccia un pò non poter vedere come interagiscono in mia assenza.

La verità è che penso che in fondo non c'è più tempo.Le giornate volano, ci svegliamo alle 7, ma in un batter d'occhio ci ritroviamo alle 21.30, orario in cui loro vanno a nanna. Ed io non me le godo più ste Polpettine.
Torniamo a casa alle 13.45, mangiucchiano qualcosa, stiamo insieme mezz'ora e arriva il riposino. Dormono un bel pò, arrivano a farsi tre ore la Polpona e quattro la Polpina.
Stiamo insieme praticamente due ore, me le coccolo, me le sbaciucchio, gli dico di abbracciarmi, di stringermi forte, di dirmi ti amo; e questo denota insicurezza da parte mia, perchè sono io che chiedo loro conferme.
Vivo aspettando il sabato, che poi è il giorno in cui loro non vanno al nido, ma è anche il giorno in cui io dovrei lavorare il doppio. Però so che saranno a casa con Paponzo o a spasso con i nonni e mi sentirò di sicuro più tranquilla.
Il fatto è che io le amo troppo e temo che loro non percepiscano quanto io sia innamorata di loro (lo so che è una cazzata.....ma penso anche questo).

domenica 26 settembre 2010

Non è giusto!

Mancano due minuti alle 20, Paponzo e le Polpette stanno ancora facendo il riposino pomeridiano. Alle 19 saremmo dovuti andare ad una festa della figlia duenne di una mia amica. Io sono qui, incazzata nera, perchè i programmi non erano questi.
Ci tenevo tanto ad andare a questa festa, perchè era una festa studiata per bimbi di due anni. La mia amica ci tiene un sacco a queste cose. Ha chiamato animatori, baby sitter, ha preparato sorprese e musiche per bimbi di quell'età. Io per di più, sono bella e pronta. Ho messo un jeans e una maglia nuova, ho scelto accuratamente gli accessori, bracciale, collana e orecchini intonati all'abbigliamento. Mi sono truccata, ho meso anche il rossetto e mi sono stirata i capelli. Ma invece sono qui, sul divano a scrivere questo post che spero mi calmi il nervoso.
Il problema non è svegliare le Polpette, ma svegliare Paponzo, che dorme ormai da due ore e mezza, russa e già so che si alzerà direttamente domani mattina per andare al lavoro.
Tutto ciò è successo perchè siamo andati a pranzo dalla suocera (ERRORE) e siamo tornati alle 17. Ovviamente il riposino è stato lungamente posticipato e ora mi ritrovo ad aspettare che loro si sveglino. Ma è possibile essere così sfigati? Succede sempre. Ogni volta che io ho il tempo di prepararmi e farmi bella con calma, salta sempre tutto. Non posso neanche svegliare le Polpette e andarci io senza Paponzo, perchè il luogo della festa dista circa 15 km da qui. Non mi resta che piangere (sti cazzi.....poi si scioglie il trucco e non posso neanche uscire a fare una passeggiata.). Ora mi chiedo: che faccio quando si svegliano? Chiaramente non andranno a dormire come al solito alle 21.30/22.00. E quindi? Uffa che nervi, non è possibile. Mi sa che si va sul corso, mica mi metto a fare paste e pastine, non esiste proprio.
Chepalle-CHEPALLE-C.H.E.P.A.L.L.E.

P.S. scusate lo sfogo, è un post senza senso lo so ;-(

sabato 25 settembre 2010

Strani gusti televisivi.

Il giorno del mio matrimonio è uno dei giorni più belli della mia vita.
Dopo il fatidico giorno, aspettavo con ansia che il fotografo ci consegnasse l'album delle foto e il dvd con il filmato. Ho aspettato più di un anno per poter rivivere attraverso le immagini e i filmati, quel memorabile giorno. Mi consegnarono due dvd, uno col filmino integrale (che dura circa quattro ore) e l'altro montato, con le musiche e le immagini più significative (che dura mezz'ora). All'inizio me lo vedevo e rivedevo volentieri più volte al giorno, senza mai annoiarmi. Semplicemente lo adoravo.
Ma da quando le Polpette hanno scoperto di avere una mamma ed un papà, che un tempo furono sposi, in casa non c'è tregua.
Da circa un mese, appena sveglie, il primo pensiero è accendere il lettore e metter il suddetto dvd. Mi costringono a vederlo con loro anche per venti volte di seguito (giuro non esagero).
Non vi dico quando arriviamo alla scena dei balli, lì vanno fuori di testa. Ballano, commentano e riconoscono ogni singola persona. Lo conoscono a memoria. Pensare che una sera ero in camera con la Polpona, la Polpina era in soggiorno con Paponzo a vedere la "posa"( sposa). Mentre le mettevo il pigiama, sentiamo la musica di Michael Buble provenire dal soggiorno, lei mi guarda e dice "mammina a posa si fa a passeggiata", non volevo credere alle mie orecchie. Cioè la furba senza neanche guardare il filmino, è capace di attribuire la musica all'immagine che l' accompagna. Il famoso dvd, dopo aver fatto un bagno nel bidet è stato riposto lontano dalle mani delle Polpette, per essere sostituito a sua volta con quello integrale. Pensavo che essendo più lungo, sarebbe stato più interessante per loro. Ed invece no. Siamo costretti a passare direttamente al capitolo nove, in cui ci sono i balli di gruppi, oppura al capitolo otto, in cui ci sono Minnie e Topolino. Ormai conoscono a memoria Pedro Pedro Pedro Pedro Pè, praticamente il meglio di santa Fè....

Questo giusto per dire che in tv non si può vedere altro e che non avrei mai immaginato di provare nausea alla visione del filmino di uno dei giorni più belli della mia vita.
Io e Paponzo non ne possiamo più. Si salvi chi puòòòòòòòò!!!!

giovedì 23 settembre 2010

33

Trentatre anni fa, nasceva una bambina, bellina e paffutella che oggi è una donna meno bellina ma sempre paffutella. Quella donna sono io e logicamente, sono a qui a fare il punto della situazione. Mi chiedo cosa ho fatto di bello in 33 anni di vita. Tutto sommato ho raggiunto tanti obiettivi. Certo, i sogni nel cassetto ci sono ancora, ma mi auguro di avere una lunga vita in buona salute per poterne realizzare ancora un pò.
Innanzitutto, mi sono laureata e questo (benchè la mia laurea sia rinchiusa in un cassetto), mi riempie di orgoglio. Mi sono sposata, ho avuto in dono due meravigliose gemelle. Ho una casa tutta mia bella e grande. Ho un lavoro, anche se sognavo di fare altro. Ho tutto. Si, in effetti non mi manca nulla, certo sognavo una villa con giardino e piscina, sogno tutt'ora di acquistare una barca, una casa in montagna, ma in fondo sto già benone. Direi che in 33 anni di vita ho fatto grandi cose. Ma. C'è sempre un ma. Mi manca comunque qualcosa. Mi manca potermi alzare quando voglio. Mi mancano le serate mondane che non mi costringevano a vedere sempre che ore sono. Mi manca andare a correre. Mi manca il vero e proprio cazzeggio. Mi mancano i pomeriggi vuoti, quelli in cui mi annoiavo terribilmente perchè non avevo nulla da fare. In due parole mi manca la spensieratezza che mi contraddistingueva una decina d'anni fa. Non ci posso far nulla, è la vita che cambia, le esigenze cambiano e inevitabilmente cambiamo anche noi.
Oggi avrei voluto che fosse un giorno speciale, sono sincera. Ed invece no. E' un giorno qualunque, uguale a ieri, uguale a domani. Non cambia nulla, se non il fatto di avere un anno in più. E mi viene anche da piangere e non so il perchè. Forse perchè sono stanca, stanca di tutto e di tutti e mi auguro di cuore di non dover accogliere tutti i parenti di Paponzo, che saranno anche carini, ma quanto rompono....E poi se la devo dire tutta non ho nulla da offrire.
Che ci posso fà? Oggi mi gira così!!!

mercoledì 22 settembre 2010

Piano piano ci inseriamo.

La nostra avventura è cominciata.
Già ieri, con la scusa di voler incontrare la segretaria, sono ritornata al nido, portando con me le Polpette. I primi due giorni, ho fatto l'inserimento a modo mio. Non mi andava di lasciarle lì, di punto in bianco, lo vedevo come un distacco drastico, violento. Allora ho pensato di recarmi nella struttura con le Polpette, far conoscere loro il luogo, i bimbi, le suore, in mia presenza. La Polpona, fin da subito si è inserita, dimenticandosi completamente di me. La Polpina invece, è rimasta attaccata alle mie gambe, senza nessun interesse per i giochi e per gli altri bimbi.
Oggi era la giornata decisiva. Avrei dovuto lasciarle per un'ora sole, senza di me.
Siamo arrivate al nido e le due pesti litigavano sul da farsi:

Io: adesso andiamo all'asilo (
mi piace chiamarlo così), dai bimbi.
Polpina (p): no atilo.
Io: va bene, allora andiamo a fare una passeggiata.
Polpona (P): no passeggiata, atilo io, giocale coi bimbi. p: no, patteggiata co mamma, Iaia e Lella.
P: noooooo, dai bimbiiiiiii

Tra una chiacchiera e l'altra siamo arrivate davanti al portone. Siamo salite su e la Polpona come previsto, ha iniziato a giocare. La Polpina si è attaccata a mò di cozza allo scoglio, non mi lasciava e piangeva. La suora l'ha presa in braccio, lei si dimenava, ma io sono andata comunque via.
Non vi dico che cosa ho provato. Solo chi ci è passata o sta vivendo in questi giorni l'inserimento, mi può capire. Camminavo per strada col mio passeggino gemellare vuoto, trattenevo le lacrime, le gambe mi tremavano. Volevo solo piangere e i battiti del mio cuore erano accelerati.
Ed ora che faccio? Come si fa ad aspettare che passi un' ora in queste condizioni?
Sono entrata in un negozio di abbigliamento, ma nulla mi interessava. Sono andata in municipio a fare i certificati di nascita che serviranno lunedì per l'iscrizione definitiva. Infine sono entrata in Chiesa. E lì i miei dotti lacrimali hanno avuto modo di far scendere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Piangevo come una bambina.
Ma si può? Temevo di essere vista da qualcuno, perchè qui si sa, il paese è piccolo e la gente mormora. Ho pregato per le mie figlie e ho chiesto scusa a Dio, perchè ero consapevole di fare richieste assurde, rispetto a quelle che fanno persone che soffrono davvero. Mentre pregavo mi squilla il cellulare (che avevo lasciato in borsa, fuori dalla Chiesa). Esco ed era Paponzo. Pur non vedendomi, avrà capito tutto dal mio tono di voce. Mi ha consolata, mi ha consigliato di non riprendere le Polpette prima di un'ora, visto che era mia intenzione andare molto prima. Mi sono tranquillizzata. Sono entrata in un chioschetto e ho comprato due bustine di caramelle gommose da dare alle piccole.

Mancava ancora un quarto d'ora, il tempo non passava mai. Mi sono seduta su una panchina che si trova sotto al nido. Lì ho incontrata il mio maestro delle elementari. Abbiamo fatto due chiacchiere e dopo dieci minuti ho citofonato. Sono entrata senza farmi vedere dalle Polpette.
La Polpona giocava tranquilla, la Polpina non c'era. Cacchio -ho pensato- sarà successo qualcosa . Ed invece era in bagno, la mia piccola grande donna, aveva chiesto alla suora di andare in bagno. Quando mi hanno vista, mi sono corse incontro, abbracciandomi fino a farmi male. Erano felici, serene. Con grande stupore ho appreso che la Polpona, dopo qualche minuto, era esplosa in un pianto inconsolabile. Aveva pianto più della sorella. Mi ha fatto piacere vedere che entrambe, con grande entusiasmo, mi volevano raccontare che cosa avevano fatto.
La Polpina in particolare:
mamma vedi, mangiato Lella, pollo, tutto tutto, vedi, seduta qui, Iaia qui e Lella pule. Fatto pipì Lella, veni vedele, bagno, vedi, qui fatto Lella. Mamma vedi, bimbi, giocale.
Era davvero tutta contenta e il mio cuore ha iniziato a regolarizzare i battiti. Ho tirato un sospiro di sollievo, ho pensato che per oggi era fatta e che domani sarà un altro giorno.
Ma è stato molto difficile, lo sarà anche nei giorni prossimi, ma non mollo, anzi noi non molliamo, stringiamo i denti e andiamo avanti, nella convizione che questa è la strada giusta per tutte e tre, è un cammino di crescita che io e le mie figlie dobbiamo percorrere, tenendoci per mano.

p.s. ma in un nido si può far pranzare i bambini alle 11? A me pare un pò prestino....

lunedì 20 settembre 2010

Il fatto è che.....mi faccio troppe domande.

-Che sarà della mia vita?
-Devo riprendere il lavoro. Chi fine fanno le mie Polpette?
-Non ho molte alternative: le porto dalle suore?
-Come faccio a superare la fase del distacco?
-Piangeranno loro o forse piangerò più io?
-E se non si trovano bene?
-E se piangono tanto da diventare viola?
-E se provano quel senso di abbandono?
-Le suore saranno in grado di badare alle mie figlie meglio di me?
-Ce la posso fare?

Queste e tante altre le domande che rimbombano nella mia testa.
Mi sento in bilico, mi ripeto che non sono la prima nè l'ultima mamma che porta le proprie figlie al nido, ma non mi do pace. I sensi di colpa prendono il sopravvento. Lo so, non ho colpe, è giusto così, ho dato il massimo per loro in questi due anni, le lascerò in buone mani, sarò felice io e lo saranno ancor di più loro. Ma nonostante tutto, soffro. Soffro come un cane bastonato all'idea di lasciare le mie Polpette urlanti in un luogo sconosciuto, in mani estranee. Mi sento il cuore a pezzi, mi ripeto che deve essere così, è giusto così, loro crescono, le esigenze cambiano e cambiamo un pòanche noi.
E allora rimando. E rimando. E rimando.
Il fatto è che, oltre a farmi tante pippe mentali, ho sempre temuto i cambiamenti. Poi mi abituo facilmente, mi adatto, ma all'inizio tutto mi spaventa, vado in ansia, ansia quasi patologoca.
Ma una decisione la devo prendere, ragion per cui, questa mattina ho deciso di ritornare dalle suore (ormai mi conoscono troppo bene), con la scusa di sapere se rispetto all'anno scorso ci fossero stati dei cambiamenti. Ho deciso di portare con me le Polpette, per vedere la loro reazione alla vista delle suore, degli altri bimbi e dei mille giochi che ci sono. Giusto per far sì che loro familiarizzassero un pò con il nuovo ambiente.
Siamo salite al primo piano, siamo entrate nell'aula giochi e come avevo previsto, la Polpona si è subito dimenticata di me, iniziando a giocare e a conoscere gli altri bimbi, mentre la Polpina è rimasta in disparte, attaccata alla mia coscia.
Io sono salita al secondo piano, perchè cercavo la Madre Superiora (M.S.), e ho lasciato le Polpette giù al primo. Sono state tranquille, ma con loro c'era anche mio padre. Nonostante tutto, la Polpina non ha toccato nenache un gioco, si è limitata ad osservare curiosa e forse anche un pò spaventata.
La M.S. mi ha subito riconosciuta:
M.S: ma noi ci conosciamo già....lei è la mamma delle gemelle!
IO: essì, sono già stata altre volte, ma per diversi motivi ho rimandato l'iscrizione.
M.S.: si c'è posto, puoi portarle anche domani.
IO: come???? domani???? no vabbè facciamo che al limite mi organizzo per lunedì.
M.S.:se tu vuoi, domani le porti per un'ora, poi le vieni a riprendere, se poi piangono troppo, ci lasci il numero di telefono e vieni prima?
IO: cioè? io le lascio subito e vado via?
M.S.:certo, puoi rimanere 2, 3, 5 minuti, ma poi devi andare, se no non si abituano.
IO: ma piangeranno, io veramente vorrei poter star con loro più di cinque minuti
M.S: no, i bambini devono piangere, è giusto così, all'inizio piangono, ma poi si calmano e si divertono, perchè facciamo attività, balliamo, giochiamo. Devi stare tranquilla, portale domani per un'ora.
IO: non so domani, così su due piedi, non so.....
M.S.: vedrai che poi non vorranno più andare via, all'inizio piangono per rimanere, alla fine piangono perchè non vogliono andare via.

Il colloquio tra me e la M.S. è stato più o meno questo, lei mi ha rassicurata, ha alle sue spalle una lunghissima esperienza, mi fido, ma il problema rimane.
Ora non so se domani le porterò, ma sta di fatto che alle 10 ho appuntamento con la segretaria, quindi penso che le porterò con me, le lascerò in aula e salirò su in segreteria. La differenza tra oggi e domani è che ci vado sola, non porterò con me nonno Erre e loro rimarranno sole, senza di me almeno per mezz'ora, io comunque starò lì, nella stessa struttura e al limite potrò sentire i pianti disperati della Polpina che già so piangerà disperatamente.
Oh mamma che tristezza, non ce la posso fare!!!!



venerdì 17 settembre 2010

A quest ora mi gira così.




Se ci sei(Giorgia)

Io non so più dove sei
certe volte guardo su ma
non sò trovarti
eri qui un attimo e poi via
con salto unico sei andato via per sempre
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finché io ti ricorderò
se ci sei non potrò scordarti mai forse tu lo sai
io non te l'ho detto mai
quanto eri importante ma tu non me ne hai dato il tempo
ora no non ho parole parole che possono spiegare che tu mi manchi senza fine
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei non potrò scordarti mai forse tu lo sai
è così difficile credere sia
naturale vivere morire
tu fammi solo credere che io ti rivedrò su un pianeta o in una vita nuova
se ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei io non potrò scordarti mai forse tu lo sai
sei ci sei come un angelo sarai e vivrai finchè io ti ricorderò
se ci sei giuro non ti scorderò ora tu lo sai

p.s. questo è per te Rosalba

mercoledì 15 settembre 2010

E sono passati tre anni....

Diciassette anni, un mese e otto giorni fa, ci mettemmo insieme (all'epoca si diceva così), e tra lacrime e sorrisi, tra un lasciarsi e un riprendersi, sono passati quattordici anni.
Ok, aspettiamo la laurea e poi ci sposiamo. Ed invece no.
Ok, aspettiamo di finire il master e poi ci sposiamo. Ed invece no.
Ok aspettiamo un lavoro decente e poi ci sposiamo. Ed invece no.
E gli anni passavano e noi rimanevamo gli eterni fidanzati.
Così, un giorno, di punto in bianco, decidemmo di visitare un ipotetica sala, dove noi avremmo potuto festeggiare quel fatidico e tanto atteso giorno.
Era il 26 dicembre 2006. Magicamente, il proprietario del ristorante ci disse che si era liberato un giorno, il 15 settembre, di sabato. Che culo! E noi senza esitare, senza consultare nessuno, ci guardammo in faccia e confermammo immediatamente.
E quel giorno arrivò. E fu fantastico, memorabile. Il giorno più bello della nostra vita (della mia di sicuro, ovviamente diventò il mio secondo giorno più bello, perchè il primo è quello della nascita delle Polpette).
Da allora sono passati tre anni. In tre anni abbiamo fatto tante cose insieme. Abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo litigato, ci siamo riappacificati, ma soprattutto abbiamo fatto due splendidi esserini che mai e poi mai avrai immaginato di avere.
Lo so, sono un tipo difficile, siamo tanto diversi, forse troppo, ma è importante guardare nella stessa direzione, essere a volte tolleranti, a volte rompiballe. Io sono un pò più rompina, ma sai com'è, so nervosetta, cocciuta, irritante, ma sai bene che sono anche generosa, profonda e affidabile.
Spesso mi guardo indietro, riavvolgo la pellicola della mia vita e me la rivedo, periodo per periodo. E mi soffermo sul passato, quando ero una ragazzina spensierata e felice, poi vado oltre e mi vedo donna, moglie, ma sempre un pò spensierata. Proseguo e arrivo al presente, e mi vedo moglie, mamma, ma non ritrovo la spensieratezza di un tempo. Non mi manca, perchè so che oggi ho voi, siete la mia vita, il mio ossigeno, ma soprattutto tu amore mio, sei la forza della mia vita, perchè se a volte non reggo, so che ci sei tu, pronto a sostenermi, pronto a prenderti cura delle nostre Polpette, so di poter contare su di te.
Sembrerà strano, ma io nonostante i 17 anni passati insieme, mi innamoro ogni giorno di più.
Ti amo troppo, auguri vita della vita mia.

L'emozione non ha voce.

sabato 11 settembre 2010

Spannolinamento: la svolta

Sto diventando monotematica, lo so, ma probabilmente, anzi spero sicuramente, questo è l'ultimo post che scriverò sull'argomento pipì-popò. Ci tengo a scriverlo, innanzitutto perchè è importante per me essere arrivata allo spannolinamento totale di entrambe le Polpette, e poi perchè so che tra noi mamme è un tema scottante ed interessante, soprattutto se c'è poca collaborazione da parte dei nostri nani.
Un pò di tempo fa, io avevo grossi problemi sullo spannolinamento della mia Polpina. Ho letto e riletto con attenzione i preziosi consigli di altre mamme blogger, traendo come sempre le mie conclusioni. Decisi che dovevo insistere, non dovevo cedere, che la furbetta sarebbe rimasta comunque senza pannolino tutto il giorno, tranne nelle ore della nanna.
Un giorno, magicamente, l'ha fatta nel vaso a casa di mia mamma, in mia assenza.
Allora il problema sono io , ho pensato. A distanza di qualche giorno, l' episodio si è ripetuto. I mie sensi di colpa si moltiplicavano. Mi ripetevo e' colpa mia, la bambina ha paura di me, forse l'ho spaventata, mi teme perchè qualche volta ho perso la pazienza, perchè dopo l'ennesima volta mi ha vista incavolata, sono una pessima madre, questo ho pensato nei giorni successivi.
Fino a quando, una sera, eravamo a casa di una zia e lei mi fa
-mamma pipììììì
-ok amore, andiamo nel bagno di zia D.
ed ecco che ricominciarono le stesse tarantelle, lei si rifiutava di farla, fino a quando l'ho minacciata simpaticamente.
-amore su dai, fai la pipì, se no zio S.(marito di zia D) si arrabbia, e poi viene Jonny, (simpatico cagnolino di mia cugina, che la piccola teme un pò) .
-Dai su falla, così facciamo FREGATOOO, FREGATOOO a zio S. e a Jonny.
Ad un tratto il miracolo, ho visto il liquido giallastro scendere giù lungo le pareti del water.
L'ha fatta ed io ero felicissima, ho chiamato la zia D., ho chiamato la Polpona e tutti insieme abbiamo detto FREGATOOOO, FREGATOOOOO.
Da allora non ho più alcun problema, la fa tranquillamente nel suo vasino o nel water indistintamente. Pensavo di dover faticare ancora per quanto riguarda la cacca, ed invece è stato tutto spontaneo e naturale. Fa anche quella senza problemi, anzi, non so se è una coincidenza, ma è meno stitica di prima.
Lei ora è felice, serena, mi avvisa un pò prima, è diventata bravissima. La notte glielo metto ancora, ma per quello c'è tempo, spero di sbarazzarmi completamente del supporto tecnico la prossima primavera. L'importante è averlo tolto completamente durante il giorno. E' stato faticoso, ci abbiamo impiegato più di un mese e mezzo, ma alla fine ci siamo riuscite.
E questa è l'ennesima conferma della diversità delle mie gemelle. La Polpona ci ha messo 3 giorni, la Polpina 40 giorni in più.
Ma come si dice non importa quanto tempo ci si impiega, ciò che conta è il risultato.

mercoledì 8 settembre 2010

Morire dopo un cesareo: ditemi che non si può.

Da tre giorni, sono alle prese con le grandi pulizie del mio negozio, momentaneamente chiuso per ferie. Le Polpette sono con mia mamma dalle 9 alle 14. Questa mattina mentre ero sulla scala a pulire le piastrelle, mi squilla il cellulare. Apro e leggo Daniela. Daniela? Che cavolo vuole Daniela alle 12, non sarà mica successo qualcosa al suo nano, non mi chiama mai.

D: ciao Ele.
Io: Ciao Dani, tutto ok?
D: si, veramente....ti chiamo....per darti una notizia.....che....sai...non ti farà piacere
(in tre secondi, ho pensato alle mie Polpette, oddio, stamattina sarebbero uscite con zia D.,sarà successo qualcosa, una delle due sarà caduta, l'avranno portata in ospedale col 118 e Daniela era lì, avrà visto tutto e si sarà presa la briga di avvisarmi, oddio sto male).

Io: Dani, ma che stai dicendo? Cosa è successo?

D: Sai…..R.P. ……dicono che sia morta…..non so se è vero, l’ho sentito in giro, ma per essere sicura ho chiamato la ragazza di E., la quale mi ha confermato tutto, stavano andando in ospedale…..ha partorito i gemelli questa notte, pare che i bimbi stiano bene, poi è andata in coma e questa mattina è morta.

Io: no, non ci posso credere, sarà una voce, non ci credo, sto tremando…… se so qualcosa ti richiamo, ma stai tranquilla, sarà una palla, non può essere vero.

Chiudo il telefono e inizio a tremare, non potevo piangere, c’erano mio padre, mio fratello e la cugina di Paponzo, non potevo far trapelare quanto sono sensibile.

Torno a casa e il telefono squilla in continuazione, amiche del liceo che mi chiamano per avere notizia, per sapere se è vero.

Ed io piango, non le riesco a trattenere queste maledette lacrime che mi inondano il viso, piango e penso a quanto è ingiusto. Piango e chiedo a Dio: perché?, PERCHE’? P.E.R.C.HE’?

Non ho voglia di fare niente, tempo fa le avevo dedicato questo post, l’avevo intitolato “Le amiche del cuore”, avevo parlato di lei, della nostra amicizia perduta, del fatto che il destino ci aveva messo lo zampino, visto che aspettava due gemelli, avevo concluso il post con queste parole ‘Non so neanche perchè ho scritto questo post, forse in cuor mio spero un giorno di farlo leggere proprio a lei, o forse solo per metter giù i miei pensieri malinconici.
So per certo che le voglio davvero un mondo di bene.’

Ed ora? Come potrà lei leggere il mio post? Lei non c’è più, è morta per dare alla luce i suoi gioielli, lasciando in un dolore indescrivibile la sua piccola treenne, suo marito, i suoi genitori e tutti coloro che le hanno voluto bene. Per non parlare dei gemelli, che non conosceranno mai la loro mamma, se non attraverso i racconti del papà.

Io non lo accetto, è assurdo morire dopo un parto cesareo a seguito delle complicanze dell’intervento. Ma stiamo scherzando? Non si può, non è ammissibile.

E penso.

Penso a quanto le ho voluto bene.

Penso ai primi due anni universitari.

Penso a quando giocavamo a burraco.

Penso a quando lei voleva dormire nel mio letto ad una piazza.

Penso a quando ci fumavamo l’ultima sigaretta pèrima di dormire, consapevoli di quanto potesse nuocere.

Penso a quando ci preparavamo per uscire.

Penso a quando mi diceva: “Polda mi dai una siga

Penso a quanto sono stata stupida nel lasciare il nostro rapporto in bilico.

Penso che la vita è breve e che non bisogna MAI rimandare a domani, ciò che si può fare oggi.

Penso, penso tanto, la mia mente è un fiume in piena, penso a suo marito, a quanto vorrei abbracciarlo e stringerlo forte.

Penso anche che non doveva andare così, che lei avrebbe dovuto sapere quanto io le ho voluto bene.

Ciao Rosalba, sei sempre stata nel mio cuore e lo sarai per sempre.

sabato 4 settembre 2010

The terrible twos

Saranno anche terribili, ma i due anni delle mie Polpette, sono anche tanto divertenti.
Ormai, io le considero grandi, mi fanno sorridere, perchè nella loro incapacità, cercano di fare cose che alla loro età non riescono molto bene. Ad esempio, molto spesso vogliono vestirsi sole, o fanno i capricci perchè non vogliono indossare la maglia rossa, ma quella gialla, non vogliono mettere i calzini bianchi, perchè preferiscono quelli rosa. Mi piace definirle "piccole donnine", con il loro carattere che già inizia a definirsi.
Per non parlare del momento in cui si pranza. Pretendono di mangiare da sole anche la pasta in brodo. Se scotta, soffiano sul cucchiaio/forchetta. Se il pezzo di carne o di pane o di formaggio è troppo grande, loro provvedono da sole a spezzetterlo.
E' gande mamma, a pezzettini io.
No tu, sola io, mangiale sola io. No o voio a canne, voio a patta io (non voglio la carne, voglio la pasta).
E' un vero e proprio spasso. Per non parlare poi delle nuove parole o frasi, che escono dalla loro bocca inaspettatamente. Mi stupiscono e mi riempiono di orgoglio.
Io ad esempio, non sono più mamma, ma sono diventata mammina (tralasciamo il fatto che spesso mi chiamano per nome argh), e sentirmi chiamare mammina con la loro vocina mi piace un sacco.
Ieri, la Polpona è uscita sul balcone e osservava le strade tutte bagnate, visto che aveva piovuto per tutto il giorno. Ad un certo punto ha esclamato: hai vitto mammina, piove, piove oggi, tutto bannato. Iniziano anche a sbagliare gli infiniti dei verbi. Da esempio se si versa dell'acqua, loro prendono lo straccio dicendo: puliscere io, o se hanno sete bevere io.
La Polpona, che tra le due è quella che ha lingua più lunga, ha anche imparato a chiedere scusa (cuta) e lo fa al momento opportuno. Dice permesso (permezszo) se deve passare e non c'è spazio. Se ha voglia di fare qualcosa da sola, come ad esempio salire e scendere le scale, mi caccia via.
Sooolaaa, scenne sola io, vai via tu mammina e mi spinge vie con la manina.
Sono tante le conquiste che fanno ogni giorno, non basterebbe un blog per descrivere ogni attimo della nostra giornata, ogni loro gesto che mi stupisce e sorprende.
E' vero noi genitori, temiamo i terribile twos, è l'età della conquista, l'età in cui i nostri cuccioli ci sfidano, mettono a dura prova la nostra pazienza, l'età in cui loro sanno ciò che vogliono, ma è anche l'età in cui ci fanno ridere, in cui fanno buffe espressioni, l'età in cui realizziamo davvero che noi siamo mamme (almeno a me succede).
Personalmente più che Terrible tows, mi piace definirli Fantastic tow years.