mercoledì 22 settembre 2010

Piano piano ci inseriamo.

La nostra avventura è cominciata.
Già ieri, con la scusa di voler incontrare la segretaria, sono ritornata al nido, portando con me le Polpette. I primi due giorni, ho fatto l'inserimento a modo mio. Non mi andava di lasciarle lì, di punto in bianco, lo vedevo come un distacco drastico, violento. Allora ho pensato di recarmi nella struttura con le Polpette, far conoscere loro il luogo, i bimbi, le suore, in mia presenza. La Polpona, fin da subito si è inserita, dimenticandosi completamente di me. La Polpina invece, è rimasta attaccata alle mie gambe, senza nessun interesse per i giochi e per gli altri bimbi.
Oggi era la giornata decisiva. Avrei dovuto lasciarle per un'ora sole, senza di me.
Siamo arrivate al nido e le due pesti litigavano sul da farsi:

Io: adesso andiamo all'asilo (
mi piace chiamarlo così), dai bimbi.
Polpina (p): no atilo.
Io: va bene, allora andiamo a fare una passeggiata.
Polpona (P): no passeggiata, atilo io, giocale coi bimbi. p: no, patteggiata co mamma, Iaia e Lella.
P: noooooo, dai bimbiiiiiii

Tra una chiacchiera e l'altra siamo arrivate davanti al portone. Siamo salite su e la Polpona come previsto, ha iniziato a giocare. La Polpina si è attaccata a mò di cozza allo scoglio, non mi lasciava e piangeva. La suora l'ha presa in braccio, lei si dimenava, ma io sono andata comunque via.
Non vi dico che cosa ho provato. Solo chi ci è passata o sta vivendo in questi giorni l'inserimento, mi può capire. Camminavo per strada col mio passeggino gemellare vuoto, trattenevo le lacrime, le gambe mi tremavano. Volevo solo piangere e i battiti del mio cuore erano accelerati.
Ed ora che faccio? Come si fa ad aspettare che passi un' ora in queste condizioni?
Sono entrata in un negozio di abbigliamento, ma nulla mi interessava. Sono andata in municipio a fare i certificati di nascita che serviranno lunedì per l'iscrizione definitiva. Infine sono entrata in Chiesa. E lì i miei dotti lacrimali hanno avuto modo di far scendere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Piangevo come una bambina.
Ma si può? Temevo di essere vista da qualcuno, perchè qui si sa, il paese è piccolo e la gente mormora. Ho pregato per le mie figlie e ho chiesto scusa a Dio, perchè ero consapevole di fare richieste assurde, rispetto a quelle che fanno persone che soffrono davvero. Mentre pregavo mi squilla il cellulare (che avevo lasciato in borsa, fuori dalla Chiesa). Esco ed era Paponzo. Pur non vedendomi, avrà capito tutto dal mio tono di voce. Mi ha consolata, mi ha consigliato di non riprendere le Polpette prima di un'ora, visto che era mia intenzione andare molto prima. Mi sono tranquillizzata. Sono entrata in un chioschetto e ho comprato due bustine di caramelle gommose da dare alle piccole.

Mancava ancora un quarto d'ora, il tempo non passava mai. Mi sono seduta su una panchina che si trova sotto al nido. Lì ho incontrata il mio maestro delle elementari. Abbiamo fatto due chiacchiere e dopo dieci minuti ho citofonato. Sono entrata senza farmi vedere dalle Polpette.
La Polpona giocava tranquilla, la Polpina non c'era. Cacchio -ho pensato- sarà successo qualcosa . Ed invece era in bagno, la mia piccola grande donna, aveva chiesto alla suora di andare in bagno. Quando mi hanno vista, mi sono corse incontro, abbracciandomi fino a farmi male. Erano felici, serene. Con grande stupore ho appreso che la Polpona, dopo qualche minuto, era esplosa in un pianto inconsolabile. Aveva pianto più della sorella. Mi ha fatto piacere vedere che entrambe, con grande entusiasmo, mi volevano raccontare che cosa avevano fatto.
La Polpina in particolare:
mamma vedi, mangiato Lella, pollo, tutto tutto, vedi, seduta qui, Iaia qui e Lella pule. Fatto pipì Lella, veni vedele, bagno, vedi, qui fatto Lella. Mamma vedi, bimbi, giocale.
Era davvero tutta contenta e il mio cuore ha iniziato a regolarizzare i battiti. Ho tirato un sospiro di sollievo, ho pensato che per oggi era fatta e che domani sarà un altro giorno.
Ma è stato molto difficile, lo sarà anche nei giorni prossimi, ma non mollo, anzi noi non molliamo, stringiamo i denti e andiamo avanti, nella convizione che questa è la strada giusta per tutte e tre, è un cammino di crescita che io e le mie figlie dobbiamo percorrere, tenendoci per mano.

p.s. ma in un nido si può far pranzare i bambini alle 11? A me pare un pò prestino....

5 commenti:

Marina ha detto...

Sei stata bravissima!
Vai avanti così, è proprio un percorso di crescita sia per le tue figlie che per te.
Mi sembra anche a me un pochino presto le 11, ma hai chiesto come mai mangiano così prestino?
baci e forza e coraggio, in ogni fase della crescita dei nostri figli ci sono delle tappe e tu ieri ne hai raggiunta una!
ciao
Marina

Anonimo ha detto...

vedrai che andrà sempre meglio e dopo un pò saranno l'ora a non vedere l'ora di tornare all'asilo per giocare con i loro amichetti

Rossella - Casa Lellella ha detto...

piano, piano... proprio come il Piccolo Principe.

ps. da noi si mangia alle 11,30 ma considerato che ci impiegano circa 40-45 minuti per finire direi che va bene, così poi giocano e alle 13 circa vanno a nanna.

baciuzzi

Francesca ha detto...

come ti capisco, sto vivendo le tue stesse cose! è dura lo so il nostro cuore di mamma si strazia, ma è giusto così.
baci baci

Laura Argelati ha detto...

Ciao io sono Laura...sto preparando per il mio blog un post dove raccoglierò link ai "blog delle mamme"...metterò anche un link al tuo! :D

Laura http://chebirba.blogspot.com