lunedì 21 febbraio 2011

Voglio, anzi no, devo dimagrire

Volevo scrivere un post sul Festival di Sanremo, ma poi ho pensato che non mi interessa granchè, dato che per me hanno vinto i Modà con Emma, per cui ho deciso di parlare della cosa che più mi tormenta, la ciccia.
Sto a dieta da una vita, ho sempre invidiato (nel senso buono) le magre perchè hanno avuto il dono del bel fisico, ed invece io per perdere peso mi devo fare un culo così.
I miei problemi, tralasciando i complessi d'inferiorità adolescenziali, iniziano nel 2000.
Il primo anno di università, si mangiava da far schifo, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Cose tipo, pasta, panna, wurstel e peperoni, o pasta panna e tonno, o pasta panna e prosciutto....ecco cose leggerine ed immancabilmente c'era la panna.
Era quasi Pasqua, e avevo bisogno di un pantalone nuovo. Entrai in un negozio e chiesi la taglia 48. Mi vergogno a dirlo, ma nel camerino ruppi la zip perchè il pantalone mi andava stretto ed io tiravo a più non posso. Comprai la 50.
E da lì andai in crisi. Cioè un conto è portare la 48, in fondo 42 o 48, il 4 iniziale c'è sempre, un altro è portare la 50, all'inizio c'è il 5 (pensiero contorto).
Decisi che era arrivato il momento di mettermi a dieta. A me piace chiamarla educazione alimentare. Iniziai a mangiare bene, ad eliminare, dolci, fritti e insaccati, a prendere il caffè amaro (abitudine che mi è rimasta tuttora) a bere tanta acqua e soprattutto iniziai a correre. Ero costante, alle 6 di mattina mi alzavo e mi tiravo un'ora di corsa intorno alla villa comunale. Ero felice e soddisfatta. Persi 20 kg.
Eppure mi vedevo grassa, arrivai a portare la 42 (a pressione) / 44 (comoda). Lo confesso, ci sono stati dei giorni in cui mi ero proprio fissata, ho avuto paura di diventare anoressica, leggevo persino l'etichetta dell'acqua che bevevo, per paura che fosse ricca di sodio.
Ricordo che nel mese di luglio, andavo a correre alle 3 di pomeriggio con 40 gradi all'ombra, roba da matti.
Poi ci furono eventi piacevoli della mia vita che mi portarono a mangiare un pò di più. Diciamo che i festeggiamenti per la laurea, subito dopo la cresima, mi portarono qualche chilo di troppo.
Il resto è storia, mi sono sposata in carne, ma a guardarmi il video oggi mi vedo magrissima.
Poi la gravidanza, che mi porto quasi 37 chili in più.
Il parto.
Il postparto.
La depressione postparto, che in realtà non ho avuto.
La vita con le Polpette.
Lo stare spesso in casa.
Le cene con gli amici.
Lo stress che mi porta a mangiare di tutto e di più, passando dal dolce al salato in un nanosecondo.
Tutto ciò mi ha portato ad essere oggi quella che sono.
Che poi mio marito mi ama e mi desidera così, ma io no. Adesso credo che sia arrivato il momento di riprendere in mano la mia linea. Si, perchè mi guardo allo specchio e dalle spalle in giù non mi piaccio. E vedo quelle maniglie dell'amore, che io chiamo maniglie dell'orrore e mi ritornano i complessi d'inferiorità adolescenziali.
Adesso dico basta.
Basta mangiare fuori orario.
Basta cioccolate.
Basta dolci (oddio morirò...li adoro).
Basta tarallucci e salatini.
Basta salsicce e capicolli.
Basta ciobar.
Basta tutto ciò che fa ingrassare.
Perchè in fondo io mi amo e se mi amo me lo devo dimostrare.

P.S. L'unico neo è che non posso fare attività fisica per mancanza di tempo sigh sigh.

martedì 15 febbraio 2011

Virus e incomprensioni matrimoniali.

Ci messo un bel pò a decidere il titolo di questo post, un pò perchè avrei diversi argomenti, un pò perchè non saprei a quale dare più importanza.
Cominciamo con quello meno preoccupante.
- Io e paponzo non ci capiamo: questo è chiaro! Mi chiedo se sono io, se è colpa sua o di entrambi.
Ci sono periodi in cui lui ce l'ha con me ed io non so il perchè. Se gli chiedo chiarimenti mi risponde male, dice che io vedo cose inesistenti. E non mi spiego i suoi silenzi, la sua indifferenza e verso litri e litri di lacrime chiedendomi dove ho sbagliato o cosa ho detto di male da provoargli una tale reazione. Il nostro grave problema è la mancanza di litigi. Ci chiudiamo a riccio (io un tempo litigavo da sola, ora ho smesso), si parla poco, si mangia insieme, si dorme nello stesso letto (tranne quando lui si addormenta sul divano). E si va avanti per un pò di giorni, fino a quando lui mi cerca (maschio è!) ed io, in base al modo in cui lo fa, mi rannicchio tra le sue braccia e piango, dando libero sfogo alle emozioni represse fino a quelo momento. Dopo vent anni ancora non lo capisco, sarò normale?

- Mi mancava infilare supposte ed ecco pronto su un piatto d'argento un virus intestinale che ha colpito Polpina.
Avantieri pomeriggio, mentre faceva il suo riposino pomeridiano, ha iniziato a tossire, lo faceva in modo spaventoso, tanto da procurarsi dei conati di vomito, sostanza che poi è finita sul pavimento della mia camera da letto. E' stato il primo vomito della sua vita. Povera cucciola, non si rendeva conto di cosa le stesse succedendo. Stranamente, si è svegliata alle due notte, l'ho portata nel lettone e alle quattro e mezza si è risvegliata, chiedendomi del latte, era caldissima, la temperatura era salita a 38.7 gradi. E' stata un'impresa metterle il termometro sotto l'ascella e ancor di più infilarle la supposta. La cosa strana è che non ha tosse o raffreddore, ma solo mal di pancia e inappetenza.

-L'unica cosa positiva di tutto ciò (e arriviamo al terzo punto) è che la Polpona è andata al nido senza la sorella.
Appena si è svegliata, mi ha raggiunto sul divano (io dormivo lì con sua sorella dalle cinque), mi ha detto: "mamma svegliti, io mi sono alzata, devo vettire e andare asilo io". Io le ho spiegato che Polpina aveva la febbre e che lei sarebbe andata ugualmente all'asilo senza la sorella. Ha accettato senza fare storie e quando siamo arrivate, già dalle scale diceva :"suor Gianzi, io sono Marica, nossono Rossella, Rossella è a casa, è malata, ha a febble".
Ho detto alle suore di chiamarmi qualora la Polpona avesse avuto crisi di pianto o cercato la sorella. Ed invece è andata bene. E' tornata a casa felicissima, Dicendomi di aver mangiato tutto, patta e puciutto, mangiato tutto tutto. Solo che, una volta a casa, ha manifestato il suo disagio mettendomi disordine ovunque, lanciando cuscini e pupazzi per terra. Il messaggio era chiaro: mamma ci sono anche io, non ho la febbre ma sono piccola e ho bisogno di qualche coccola . Oggi, ho deciso di tenerla a casa, sento che il virus sta colpendo pure lei.

Non posso che augurarmi che tutto ciò passi in fretta, perchè lo ammetto SONO PSICOLOGICAMENTE STRESSATA!

martedì 8 febbraio 2011

36 anni insieme

Si sono sposati 36 anni fa. Lei aveva ventidue anni, lui ventinove.
Dopo nove mesi è nato il primo figlio.
Dopo due anni e mezzo la seconda.
Dopo quattordici anni il terzo.
Si sono amati, hanno litigato, si sono riappacificati.
Insieme hanno lavorato e fatto sacrifici per i loro figli.
Oggi sono nonni di tre splendidi nipoti, che li amano alla follia.
Loro sono i miei genitori, ed io li ringrazio di cuore per avermi trasmesso i veri valori della vita.
A loro chiedo di insegnarmi il segreto per stare insieme tanti anni, lui mi risponderebbe "basta amare la vita", lei "tollerare, tollerare e tollerare".
Ed io spero di poter dire un giorno che il segreto per un matrimonio lungo un eternità sta nel saper amare la vita con un pizzico di tollenza.

Buon anniversario miei mèntori.

lunedì 7 febbraio 2011

L'ignoranza della gente

Sembra il titolo di un libro, in effetti lo potrei scrivere io, visto e considerato che sono circondata da persone ignoranti.

L'ignoranza è la condizione dell'ignorante, cioè chi non conosce in modo adeguato un fatto o un oggetto, ovvero manca di una conoscenza sufficiente di una o più branche del sapere. Può altresì indicare lo scostamento tra la realtà ed una percezione errata della stessa.

In senso comune il termine ignoranza indica la mancanza di conoscenza e di qualche particolare sapere, inteso in generale o su di un fatto specifico. Può significare anche non avere informazioni su un fatto o su un argomento. (Wikipedia).

Io ho una mia teoria sull'ignoranza. Non è ignorante colui che non ha titolo di studio, la cultura non si forma sui libri, ma la si acquisisce in altro modo, ad esempio viaggiando, conoscendo e confrontandosi con gente nuova, con la gentilezza, la cortesia. Penso dipenda molto dal modo di fare che uno adotta nella vita.

Sinceramente, le persone che frequento (non tutte) sono prive di titoli, ma hanno un modo di fare che le arricchisce culturalmente. Questo discorso non è valido per mia cognata (sorella di Paponzo). Lei è l'ignorante per elleccenza. A parte che ha solo la licenza media (ma questo come dicevo prima è poco importante), è una persona priva di diplomazia, sa solo criticare, per la serie "guarda la pagliuzza nell'occhio degli altri, ma non guarda la trave che è nel suo". E' stata fortunata, perchè ha sposato un uomo d'oro, anche se spesso sbotta.

Ma questi sono fatti suoi. La cosa che mi urta è il suo comportamento nei confronti delle Polpette.

Sin da quando erano piccolissime, cercava di conquistare il loro affetto, portando cioccolate e caramelle, pur sapendo bene che io ero contraria a queste schifezze.

Ieri, eravamo a pranzo da mia suocera (sua mamma) e lei non poteva certo mancare. Ha la cattiva abitudine di far bere alle mie figlie, cose che io vieto, come la coca cola, l'aranciata ed anche il vino. Purtroppo per il quieto vivere e per amore di paponzo, non posso dirgliene quattro, ma mi limito a rimproverare le mie piccole, dicendo loro che bevendo tali schifezze, viene il mal di pancia. Io non so più che fare, lei mi considera (non me l'hai mai detto però) la mamma perfettina, che nutre le proprie figlie con cose genuine (non è sempre così), che le obbliga a dormire nella loro cameretta (un pò è vero).

Di sicuro non mi ispiro ai suoi metodi educativi. Basta dire che suo figlio che ha cinque anni dorme nel lettone (queste sono scelte però) e non conosce il sapore dell'acqua, beve solo aranciata e tè, quando ha sete dice "mamma voglio qualcosa da bere" mangia porcherie pochi minuti prima del pranzo/cena, e lei si lamenta che non vuole la pasta o la carne.

Ecco lei è il mio esempio negativo, nel senso che io evito, come la peste, ogni tipo di comportamento che lei adotterebbe con suo figlio.

Per questo io la ringrazio, almeno so di non sbagliare!